Ecologia e biologia riproduttiva dell'Ululone
appenninico
Ecologia
Specie tipicamente pioniera, colonizza i piccoli ambienti umidi effimeri o di
recente formazione, poveri di vegetazione e ben soleggiati, evitando la
competizione con altre specie di Anuri ad abitudini acquatiche (rane verdi in
particolare).
Le popolazioni in natura sono frammentate e generalmente poco numerose. In una
popolazione ritenuta tra le più numerose dell’Abruzzo è stato stimato un
numero massimo di 220 individui, includendo sia gli adulti che gli
immaturi (Di Cerbo e Ferri, 1996).
Il rapporto tra i sessi è
variabile da un massimo di 3 maschi per femmina all’inizio della stagione
riproduttiva ad un minimo di un maschio per femmina a stagione avanzata (Di
Cerbo e Ferri, 1996).
Alimentazione
Il comportamento alimentare
di B. pachypus è simile a quello
descritto per B. variegata. Le larve
sono onnivore, potendosi cibare sia di vegetali che di piccoli organismi
acquatici. Gli adulti sono voraci predatori di invertebrati, che possono essere catturati anche in acqua.
Rapporti con
altre specie
L'Ululone appenninico è stato osservato in
sintopia con diverse altre specie di Anfibi, per lo più con Tritone punteggiato
e Tritone crestato italiano, Rana appenninica, Rospo comune, Rane verdi, ma
anche con Salamandrina dagli occhiali. La sintopia con la Rana verde è di
solito limitata a stazioni in cui sono presenti giovani e subadulti di
quest'ultima: l'Ululone in genere evita gli habitat acquatici di una certa
estensione, maturi e ricchi di vegetazione, in cui sono solitamente presenti
popolazioni numerose e riproduttive di Rana verde.
I girini sono risultati oggetto di predazione da parte di numerosi
invertebrati acquatici, in particolare di larve di Odonati (gen. Aeschna) e di Coleotteri Ditiscidi. I neometamorfosati possono
essere predati da giovani natrici.
Gli adulti non hanno molti predatori, principalmente grazie alle secrezioni
irritanti della pelle. Se distrurbato produce infatti una sostanza fortemente
irritante per le mucose, a funzione difensiva. La specie assume, inoltre, un
comportamento che consiste nell'inarcamento del corpo, talvolta anche a ventre
rivolto verso l'alto, che mette in evidenza la vivace colorazione ventrale; tale
reazione, detta unkenreflex, ha probabilmente significato di avvertimento
della tossicitá dell'animale.
Riproduzione e sviluppo
In generale gli
animali si riprendono dalla latenza invernale verso la fine di marzo o nei primi
giorni di aprile. L’inizio della stagione riproduttiva varia a seconda della
latitudine e dell’altitudine, sugli Appennini a quote comprese tra 500 e 800
m, le prime deposizioni di uova si osservano a partire da aprile e proseguono
sino ad agosto. I maschi
emettono canti di richiamo rivolti alle
femmine, consistenti in due note armoniche ripetute al ritmo
di circa due al secondo. Il canto viene anche utilizzato durante i comportamenti
territoriali e le dispute tra i maschi.
L’accoppiamento è lombare e può durare alcune ore.
La femmina depone le uova isolate o in gruppi poco numerosi (di solito meno di
10) attaccandole alla vegetazione sommersa. Nel
corso di una singola stagione riproduttiva le femmine possono deporre a più
riprese un numero di uova compreso tra 40 e 100 (eccezionamente fino a 300).
Le uova schiudono dopo circa una settimana dalla deposizione. La
durata del ciclo larvale è di circa due mesi e la lunghezza totale
massima dei girini prima della metamorfosi è di 37 mm. I neometamorfosati
hanno dimensioni medie di poco superiori al centimetro.
La maturità sessuale viene raggiunta al secondo o al
terzo anno di età.
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