![](Images/marchi.png) |
![](Images/testata.jpg) |
ACERO CAMPESTRE
|
Acer campestre L.
Famiglia: Sapindaceae
|
PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
FOGLIE
FIORI
FRUTTI E SEMI
POSSIBILI CONFUSIONI
DISTRIBUZIONE
HABITAT
|
PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
![](Images/Acero_campestre_portamento.jpg)
L'Acero campestre è un albero deciduo di
piccole o medie dimensioni, 10-20(22) m, con tronco spesso sinuoso e
chioma abbastanza densa che diviene rotondeggiante. L'apparato radicale è fascicolato, non molto profondo e nemmeno molto espanso,
ben adattato a svilupparsi in suoli sciolti e permeabili, ma fertili e con
humus dolce.
La corteccia del tronco da giovane è giallastra e a volte un
po' suberosa, diventa presto bruno grigiastra chiara e si forma un poco
profondo ritidoma solcato longitudinalmente e formato da piccole placche
rettangolari abbastanza persistenti. I rametti dell'anno sono bruni e
fini, con una leggera pelosità che normalmente scompare durante la
stagione vegetativa, portano gemme piccole e rossastre. I rametti degli
anni precedenti possono formare delle evidenti creste longitudinali
suberose come in Liquidambar e alcuni Olmi, oppure essere lisci.
Di crescita non molto sostenuta in
gioventù, diventa presto lenta ed è poco longevo (massimo 120-150).
|
FOGLIE
![](Images/Acero_campestre_foglia.jpg)
Le foglie sono opposte, normalmente piccole di 4-7 cm, nei polloni possono arrivare a 12 cm. Normalmente hanno 5 lobi ottusi, a volte solo 3 lobi; il lobo mediano e anche i laterali possono essere a loro volta essere leggermente lobati.
Le foglie si presentano di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiare o anche leggermente glaucescenti e pubescenti inferiormente.
Il picciolo, se staccato, secerne lattice ed è lungo quanto la lamina.
In autunno, quando le notti diventano fredde, le foglie assumono una bella colorazione giallo oro, anche con sfumature rossastre.
|
FIORI
![](Images/Acero_campestre_fiore.jpg)
I fiori sono riuniti in corimbi terminali molto spesso poligami e compaiono contemporaneamente alle foglie in aprile-maggio.
Hanno 8 stami in posizione centrale al disco, i sepali sono leggermente più corti dei petali e tutti e due sono verde-giallastri, il peduncolo e il calice sono pubescenti. I fiori sono pentameri, attinomorfi
(=con corolla simmetrica rispetto a un punto centrale ), con petali e sepali liberi, ovario supero di solito bicarpellare con due stili. A volte l'ovario può avere tre carpelli o più, allora si produrranno samare riunite a gruppi di tre o più. Frequentemente si presentano
anche fiori unisessuati (= con un solo sesso).
|
FRUTTI E SEMI
![](Images/Acero_campestre_frutto.jpg)
I frutti sono delle samare doppie alate e maturano in settembre-ottobre.
Le samare si presentano opposte con apertura di circa 180 gradi e i carpelli sono schiacciati con un bitorzolo al centro e con cuticola spessa. I semi hanno una lunga dormienza (ortodossi) e per la germinazione necessitano di un periodo di
chilling (vernalizzazione) di 3-6 mesi per poter germinare.
|
POSSIBILI CONFUSIONI
L'Acero campestre è molto conosciuto e diffuso. Di conseguenza è praticamente impossibile confonderlo con gli altri aceri o, più in generale, con altri alberi.
|
DISTRIBUZIONE
Il suo areale (Subpontico) comprende la maggior parte dell'Europa centrale e meridionale: ad est raggiunge la Vistola e il Don, al nord la Scozia e l'Irlanda, manca nella Finnoscandia, a ovest
diventa più raro nella penisola Iberica, ma si ritrova nelle zone fresche dell'Africa settentrionale, dell'Anatolia pontica (Mar
Nero), raggiunge il Caucaso e i monti dell'Iran.
È presente in tutte le regioni d'Italia.
|
HABITAT
Diffuso nei boschi meso-termofili, non troppo xerici (= secchi e aridi), soprattutto nei querceti a foglia caduca, dal
Lauretum freddo al Castanetum freddo, al limite del Fagetum.
È perciò specie molto plastica, si può trovare, al nord, dalla costa fino a circa 1000 m s.l.m..
Nei versanti meridionali, è diffuso in tutta la penisola e nelle isole, in Sicilia si può trovare fino a 1600 m s.l.m..
Si trova spesso in siepi e partecipa al mantello dei boschi, anche perché
è stato a lungo diffuso dall'uomo, essendo un tempo usato come tutore vivo della vite.
|