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Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774)
Pipistrello nano

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Chiroptera
Famiglia: Vespertilionidae

CARATTERISTICHE
La specie necessita, come tutti i Chirotteri, di una serie di rifugi dove ripararsi durante il giorno (nella buona stagione), dove accoppiarsi (per lo più in autunno), dove riprodursi (in primavera) e dove superare, in stato di letargo, i rigori della stagione invernale (freddo e mancanza di cibo). I rifugi estivi si trovano prevalentemente negli edifici, sia abbandonati sia di recente costruzione, per lo più in cavità, fessure o spacchi dei muri, ma anche tra le rocce o nel cavo degli alberi; i rifugi invernali possono essere simili a quelli estivi, ma sverna anche in grotte e cavità sotterranee. I rifugi sono spesso occupati da decine di animali, talvolta misti ad altre specie. Non è raro osservarlo in caccia anche durante l’inverno, durante le frequenti interruzioni del letargo.
Caccia spesso sull’acqua, ma anche al margine dei boschi, nei giardini, lungo le strade e intorno ai lampioni; talvolta anche assai prima del tramonto, se non addirittura in pieno giorno. Si nutre prevalentemente di piccoli Insetti volatori.
La femmina partorisce uno o due piccoli l’anno, tra maggio e luglio.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Distribuito dall’Europa e dall’Africa settentrionale, attraverso l’Asia meridionale, fino alla Cina. Sembra in diminuzione in tutta Europa. In Italia è nota per l’intero territorio.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Ampiamente diffuso su tutta la regione, è meno ormai raro nelle aree urbanizzate di pianura.
Predilige zone temperato-calde dalla pianura alle aree pedemontane, principalmente nei pressi degli abitati.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: NT
Consistenza della popolazione regionale: specie localmente comune dove trova le condizioni ottimali (corpi d'acqua presso aree boscate)
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La specie è ancora abbastanza diffusa sul territorio regionale e anche nelle altre regioni italiane le segnalazioni sono numerose. Merita comunque protezione per la tendenza al declino delle sue popolazioni.
Localmente abbondante, è comunque in diminuzione o scomparso da alcune aree antropizzate

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
Popolazioni condizionate dalla sempre più scarsa disponibilità di rifugi in edifici e costruzioni, dal disturbo umano alle colonie riproduttive negli edifici e alle colonie ibernanti durante l’inverno. Spesso al semplice e involontario disturbo ai rifugi, si aggiungono atti di deliberato e sconsiderato vandalismo, dovuti anche alla mancanza di informazione e di educazione ambientale. In ambienti agricoli le minacce provengono dallo sconsiderato uso di pesticidi, inquinamento diffuso e fenomeni di bioaccumulo, dalla perdita di formazioni lineari. Durante i movimenti stagionali è minacciato anche dalla collisione con le pale delle torri eoliche.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Mantenimento strutturale dei rifugi noti nei vecchi edifici per evitare il loro eccessivo degrado, se non addirittura il crollo, nonché l’uso di accorgimenti architettonici (ad es. tegole speciali per assicurare l’accesso ai sottotetti) da adottare negli edifici più moderni in modo da favorire il rifugio degli animali. Anche nel caso di ristrutturazione di un edificio, quando è presente una colonia riproduttiva, occorre valutare attentamente gli interventi ed evitare di eseguire i lavori nelle stagioni primaverile ed estiva. Controllo dei livelli di inquinamento delle acque. Mantenimento e incremento delle formazioni lilneari

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
14/04/2013 OASI (in generale) Bertozzi Massimo bat-detectoring

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