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Hypsugo savii (Bonaparte, 1837)
Pipistrello di Savi

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Chiroptera
Famiglia: Vespertilionidae
Sinonimi: Pipistrellus savii (Bonaparte, 1837)

CARATTERISTICHE
La specie necessita, come tutti i Chirotteri, di una serie di rifugi dove ripararsi durante il giorno (nella buona stagione), dove accoppiarsi (per lo più in autunno), dove riprodursi (in primavera) e dove superare, in stato di letargo, i rigori della stagione invernale (freddo e mancanza di cibo). I rifugi estivi si trovano prevalentemente nelle fessure delle rocce e delle costruzioni, sia abbandonate, sia di recente edificazione (in cavità, fessure o spacchi dei muri, tra le tegole, ecc); i rifugi invernali possono essere simili a quelli estivi, ma sverna anche in grotte e cavità sotterranee, talvolta negli alberi. I rifugi invernali sono generalmente occupati da animali solitari, mentre le colonie riproduttive sono costituiti al massimo da poche decine di esemplari.
Caccia spesso sull’acqua, al margine dei boschi, nei giardini, lungo le strade e intorno ai lampioni, tenendosi preferibilmente ad alta quota, anche oltre i 100 metri. Si nutre prevalentemente di piccoli Insetti volatori.
La femmina partorisce due piccoli l’anno, più raramente uno, tra giugno e metà luglio.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Distribuito dall’Europa centrale e meridionale e dall’Africa maghrebina, fino al Giappone, attraverso l’Asia centrale. Sembra in diminuzione in tutta Europa. In Italia è nota per l’intero territorio. E’ forse la specie più frequente in Italia, dopo il pipistrello albolimbato

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie con discrete tendenze antropofile, ampiamente distribuita sia in ambiti urbani che agricoli, ma anche ai margini di aree boscate. Per la facilità con cui è contattabile al bat-detector se ne contano numerose segnalazioni in tutte le provincie.
Frequenta gli ambienti più vari, dal mare alla montagna, dalle aree boscate a quelle agricole, alle aree urbanizzate.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: LC
Consistenza della popolazione regionale: Dati insufficienti per una valutazione precisa. Rispetto ad altre specie di chirotteri ha comunque una buona consistenza regionale (valutabile in almeno diverse centinaia di individui), così come nelle vicine regioni del centro-nord Italia.
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: Rispetto ad altre specie di chirotteri la sua popolazione regionale non assume particolare valore conservazionistico, pur essendo comunque una specie tutelata a livello nazionale e comunitario.
Per la sua vasta diffusione anche in ambienti urbanizzati, risente parzialmente del crescente conflitto con le attività umane. E' quindi da considerare in lenta ma progressiva diminuzione.

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
Fattori di origine antropica legati all'inquinamento delle aree antropizzate per l'uso improprio di pesticidi, per la perdita di rifugi in edifici dovuti a crollo, restauro, cambio di destinazione d'uso, ecc., per il disturbo alle colonie e per la banalizzazione degli ambienti agricoli eterogenei che sono il suo habitat di elezione. Durante i movimenti stagionali è minacciato anche dalla collisione con le pale delle torri eoliche.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Mantenimento strutturale dei rifugi noti nei vecchi edifici per evitare il loro eccessivo degrado, se non addirittura il crollo, nonché l’uso di accorgimenti architettonici (ad es. tegole speciali per assicurare l’accesso ai sottotetti, ma anche batbox) da adottare negli edifici più moderni in modo da favorire il rifugio degli animali. Anche nel caso di ristrutturazione di un edificio, quando è presente una colonia riproduttiva, occorre valutare attentamente gli interventi ed evitare di eseguire i lavori nelle stagioni primaverile ed estiva.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
14/04/2013 OASI (in generale) Bertozzi Massimo bat-detectoring

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