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LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI
>> RANA DALMATINA
Rana dalmatina Fitzinger inBonaparte, 1838
Rana agile
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Amphibia
Ordine: Anura
Famiglia: Ranidae
Sinonimi: Rana agilis Thomas, 1855 Specie monotipica, R. dalmatina è una delle quattro specie del genere Rana (rane rosse) presenti sul territorio italiano; le altre tre sono R. temporaria, R. italica e R. latastei. Si distingue da R. temporaria soprattutto per le minori dimensioni corporee, per l'aspetto più slanciato e per gli arti posteriori proporzionalmente più lunghi (l'articolazione tibio-tarsica supera la punta del muso quando l'arto è allungato in avanti lungo il fianco). Di aspetto più simile a R. latastei , si distingue da questa per la gola normalmente bianca a bianco-grigiastra, per il timpano più grosso e per la regione femorale spesso giallastra.
CARATTERISTICHE Si tratta di una rana dall’aspetto snello e slanciato, con muso appuntito. La macchia temporale è ben marcata, con al centro un timpano grande ed evidente. La colorazione dorsale è bruno-giallastra-rossastra, la gola e le parti inferiori biancastre, la regione inguinale e femorale spesso giallastre. La lunghezza massima è di 9 cm; i maschi sono più piccoli con arti inferiori più robusti e provvisti, sul lato interno del primo dito di una callosità grigiastra. La larva presenta coda appuntita, cresta dorsale convessa, in parte estesa sul dorso, è di colore bruno-giallastro con macchie dorate ed è lunga fino a 6 cm.
R. dalmatina si distingue sia da R. italica sia da R. latastei per la gola immacolata o provvista di isolate macchiette lungo il limite libero della mandibola; la linea chiara che margina il labbro superiore è estesa fino all’apice del muso, a differenza di R. italica e R. latastei in cui termina sotto l’occhio. Da R. temporaria, che comunque ha spesso essa pure la gola e parte del petto macchiettati, si differenzia per la maggior lunghezza relativa degli arti posteriori, che stesi in avanti lungo il corpo, presentano l’articolazione tibio-tarsica ben oltre l’apice del muso, mentre in R. temporaria di norma questo non lo raggiunge oppure lo supera, di poco, solo sporadicamente. Tra le rane rosse italiane, R. dalmatina è la specie con abitudini più marcatamente terrestri e meno abile nel nuoto; è un'eccezionale saltatrice potendo spiccare salti sino a due metri di lunghezza.
Presenta abitudini prettamente terricole ed è legata all'ambiente acquatico solo in periodo larvale e riproduttivo.
La rana agile si può incontrare di giorno come di notte, ma raggiunge il picco di massima attività nelle ore crepuscolare e nelle giornate umide, coperte o piovose.
Durante i mesi più freddi entra in ibernazione. A seconda della latitudine e delle locali condizioni ambientali, il letargo può iniziare da settembre alla fine di ottobre e dura fino a gennaio - marzo. Il periodo d'ibernazione viene trascorso nel terreno, tra radici di alberi, in tane scavate da altri animali, in anfratti tra le rocce o sotto pietre e massi.
Questa specie viene predata da molte specie di serpenti, uccelli come trampolieri, rapaci, cormorani, gabbiani e corvi, e mammiferi, come volpi, cani procione, ricci e mustelidi. I girini sono esposti alla predazione da parte di pesci (Micropterus, Esox, Perca). Le larve e le uova sono mangiate anche da anatre, crostacei (Procamabrus clarkii), adulti e larve di altri anfibi, coleotteri acquatici e larve di libellula. La specie è soggetta a malattie virali, batteriche e micotiche. Sono stati osservati molti tipi di invertebrati parassiti, tra cui i più frequenti sono vermi trematodi ed acantocefali. Gli adulti si cibano principalmente d'invertebrati terrestri, tra cui predominano insetti, vermi, aracnidi e molluschi e talvolta le larve e gli immaturi di altri anfibi. Le piccole rane appena metamorfosate predano collemboli, acari ed altri microartropodi.
La dieta delle larve è composta prevalentemente da materia vegetale come alghe e piante, in minor proporzione assumono detrito organico e plancton, come protozoi, rotiferi e microcrostacei. Il periodo riproduttivo inizia generalmente in febbraio - marzo a giugno, e si protrae da uno a due mesi. I maschi raggiungono per primi le zone di frega e si stabiliscono in acqua e lungo le sponde, non si riuniscono mai a formare cori. L'amplesso è di tipo ascellare.
La deposizione avviene durante le ore notturne. Ogni femmina emette le uova in ammassi gelatinosi, contenenti da 450 a poco più di 1.800 uova, depositati sulla vegetazione sommersa. A seconda delle dimensioni, la femmina depone fino a 3.000 uova. Le uova sono deposte in ammassi sferoidali ancorati alla vegetazione ma col tempo si distendono sulla superficie dell'acqua assumendo forma discoidale.
Le uova sono fecondate dal maschio man mano che vengono emesse, hanno colore nero e diametro compreso tra 2 e 3 mm.
La crescita delle larve dipende dalla disponibilità di cibo e dalla temperatura dell'acqua, dura da uno ad alcuni mesi. Alle quote più elevate e nelle zone settentrionali, i girini nati dalle deposizioni più tardive possono trascorrere l'inverno in acqua e raggiungere la metamorfosi alla primavera successiva.
La maturità sessuale viene raggiunta verso il terzo anno d'età.
La durata della vita di R. dalmatina è di circa 7 - 10 anni.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE R. dalmatina ha una distribuzione medio-sudeuropea, essendo presente dall'Europa centrale (fino a Danimarca e Svezia meridionale) a quella meridionale (con l'esclusione di gran parte della Penisola Iberica, della Corsica, della Sardegna e della Sicilia) e all'Asia Minore, al Caucaso e all'Iraq nordoccidentale.
Nell'Italia peninsulare è praticamente ubiquitaria e frequenta coltivi, prati, radure dei boschi di latifoglie, dal livello del mare sino a 1700 m sull’Appennino emiliano e almeno 1550 m sull’Appennino meridionale (Picariello et al., 2006). Nell'Italia settentrionale si spinge sino a circa 2000 m sulle Alpi lombarde, malee fasce altitudinali in cui è più frequente sono comunque quelle comprese fra la pianura e la media collina.
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA Relativamente comune ma distribuita in modo discontinuo, è la più comune delle "rane rosse" italiane, presenta una certa maggior frequenza nel settore appenninico Specie tipicamente forestale, caratteristica di boschi di latifoglie o misti, frequenta anche prati e coltivi, dal livello del mare sino a 1600 m di quota. Anche laddove gli areali si sovrappongono, R. dalmatina non condivide quasi mai i siti riproduttivi con R. temporaria. Gli ambienti acquatici visitati nel corso della breve stagione riproduttiva possono comunque essere molto variabili, piccoli laghetti o stagni, semplici pozze, vasche e abbeveratoi, caratterizzati dalla presenza di acque ferme e da vegetazione abbondante (Barbieri, 1994). Di costumi prevalentemente notturni, R. dalmatina può essere attiva anche in pieno giorno dimostrando una buona resistenza alla disidratazione.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: LC Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: Soffre a livello nazionale e regionale della perdita e del deterioramento degli habitat di specie. Valore conservazionistico della popolazione emilino-romagnola rispetto al contesto nazionale: Medio Pur essendo ancora diffusa, la specie appare chiaramente soggetta ad un certo grado di rarefazione soprattutto nei territori di pianura e conoide.
PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA Si registrano diverse popolazioni di rana dalmatina in declino nell'Europa sud-occidentale (ad esempio in Spagna la specie appare quasi in pericolo d'estinzione).
Le principali minacce sono costituite da:
- inquinamento,
- distruzione ed eutrofizzazione dei siti di riproduzione,
- scomparsa delle zone umide e terrestri compatibili
- sostituzione di foreste decidue con boschi di conifere.
Molti esemplari vengono uccisi dagli autoveicoli quando attraversano le strade per raggiungere i luoghi di riproduzione.
Inoltre va citata l'introduzione di pesci e crostacei predatori alloctoni. Grossenbacher (in Krone et al., 1997) segnala malattie della pelle (probabilmente associate ad infezioni virali) come probabile causa del declino, ad esempio nelle popolazioni svizzere e dell'Italia settentrionale.
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE - Divieto di introduzione di ittiofauna nei siti riproduttivi,
- Creazione e mantenimento di pozze anche temporanee,
- Mantenimento e creazione di fasce vegetate, anche strutturate, nelle aree limitrofe ai biotopi riproduttivi. Bisogna sempre evitare interventi nelle pozze in periodo riproduttivo ad es. (rimozione di sedimenti e risagomatura delle sponde) .
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
10/02/2019
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Lungo Reno
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Andrea Serra (Ecosistema)
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diversi individui sub adulti al crepuscolo, attravarsavano la sterrata in direzione dell'Oasi
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13/05/2017
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Pozze recintate chiuse
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Andrea Serra (Ecosistema)
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3 larve
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19/06/2016
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Rio Conco
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Andrea Serra (Ecosistema)
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29/05/2016
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Casa della Natura
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Andrea Serra (Ecosistema)
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05/03/2015
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Pozze recintate aperte
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Andrea Serra (Ecosistema)
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Ovature
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20/09/2013
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Via Rio Conco davanti all'Oasi
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Andrea Serra (Ecosistema)
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alcuni adulti e subadulti in attraversamento
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26/05/2013
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Pozze recintate aperte
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Andrea Serra (Ecosistema)
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girini
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07/04/2013
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Pozze recintate aperte
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Andrea Serra (Ecosistema)
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ovature e girini
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02/03/2013
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Rio Conco
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Andrea Serra (Ecosistema)
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02/03/2013
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Bacino Osservatorio Anfibio
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Andrea Serra (Ecosistema)
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Ovature
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17/03/2007
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Bacino di valle
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Andrea Serra (Ecosistema)
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