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LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI
>> PHALACROCORAX CARBO
Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758)
Cormorano
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Pelecaniformes
Famiglia: Phalacrocoracidae
Specie politipica. Nella Regione Paleartica occidentale sono presenti 4 sottospecie: carbo (Linnaeus, 1758) nidificante sulle coste atlantiche del Nord-Europa, sinensis (Blumenbach, 1798) nidificante in Europa centro-meridionale, sulle coste baltiche e in Asia, maroccanus (Hartert, 1906) in Africa nord-occidentale, lucidus (Lichtenstein 1823) nell’Africa interna e costiera. In Italia sono presenti le sottospecie carbo (migratrice e svernante) e sinensis (nidificante, migratrice, svernante).
CARATTERISTICHE Cormorano piuttosto grande, massiccio con becco uncinato.
Specie con dimorfismo sessuale non evidente. Abito riproduttivo con colorazione complessiva nera con riflessi metallici blu o verdi sul corpo e bronzo sulle ali; sono presenti due aree biancastre, una alla base del becco e l’altra sulle cosce; vertice, lati del capo e parte posteriore del collo possono avere tracce di colorazione bianca; capo con corta cresta di penne; iride verde, becco grigio con parte nuda gialla alla base, zampe nere. Adulto non riproduttivo differenziato solo per il capo bianco con macchia auricolare nera; zampe nerastre come il becco che presenta la parte apicale nera. Giovane con colorazione bruno scuro omogenea delle parti superiori con aspetto squamato per la bordatura scura delle penne; parti inferiori che variano dal candido al bruno ma con basso petto e ventre sempre bianchi, in alcuni casi con striature scure; iride bruno-grigio, becco grigio-chiaro, zampe grigio scuro.
A distanza, il riconoscimento da P. aristotelis può essere difficoltoso ma la combinazione del becco più grosso, il collo più sottile, la corporatura più robusta ed il gozzo più prominente permettono l’identificazione corretta. Specie decisamente gregaria, che durante la stagione riproduttiva dà vita a colonie numerosissime e durante il periodo invernale forma nelle ore notturne dormitori (roost) in cui si radunano centinaia o migliaia di individui. Le presenze sono caratterizzate da vistose fluttuazioni non solo stagionali ma anche orarie, dovute al pendolarismo giornaliero tra roost notturni e diurni, talvolta coincidenti, e aree di alimentazione situate nel raggio di 30 km. I roost notturni vengono lasciati in massa al sorgere del sole ed occupati nuovamente in maniera più graduale, talvolta già a partire dalla tarda mattinata.
Volo potente e rettilineo, con battute veloci e lunghe planate; spesso in stormi con formazione tipicamente a V. L’alimentazione è costituita quasi elusivamente da Pesci con integrazione occasionale di Anfibi e Crostacei. Specie nidificante in Italia. Nidifica in ambienti umidi d’acqua dolce o salmastra di pianura. La deposizione avviene fra febbraio e luglio, max. metà marzo-fine aprile. Le uova, 3-4 (2-5), sono di color azzurrino o verdino. Periodo di incubazione di 27-31 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 21 anni e 6 mesi.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE Specie a distribuzione subcosmopolita.
La popolazione europea, stimata in 200.000-250.000 cp., è in incremento numerico ed espansione di areale negli ultimi due decenni. Specie parzialmente migratrice e dispersiva; nella seconda metà dell'estate le colonie dell'Europa centro-settentrionale si spostano verso il bacino del Mediterraneo. I quartieri di svernamento delle popolazioni continentali si trovano soprattutto lungo le coste settentrionali africane e sui litorali di Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. L'Italia rappresenta un importante quartiere invernale, e si è rilevato negli ultimi anni un incremento nel numero di individui che vi soggiornano nella stagione fredda. P. c. sinensis, che rappresenta la sottospecie italiana, è presente in gran parte dell'Europa continentale, dove si sta espandendo nei territori centrali, in Italia e nei Balcani, più ad oriente lo si osserva in Ucraina e attorno al Mar Caspio, fino all'Asia centrale, in India e Cina.
Specie di recente immigrazione in Italia, fatta eccezione per piccoli nuclei presenti dagli anni’60 in Sardegna. Dopo un tentativo nelle Valli di Comacchio nel 1981 (Brichetti, 1982), la prima nidificazione accertata in Italia continentale avviene nell’1985-86 in Val Campotto (Fe) (Spina et al. 1986). Attualmente si riproduce in Sardegna, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, regioni in cui si registrano anche nuovi recenti insediamenti. Presenze irregolari in Lombardia e Sicilia. In passato si ritiene che la specie nidificasse nelle regioni meridionali e sulle isole maggiori (Brichetti & Fracasso, 2003). Nel 2000 sono state censite circa 880 cp. Negli ultimi anni le popolazioni continentali hanno mostrato un incremento, mentre la popolazione sarda appare in calo.
Dopo la ricolonizzazione riproduttiva dell’Italia peninsulare, iniziata proprio in Emilia, una frazione della popolazione può probabilmente essere ritenuta sedentaria, anche se tuttora la fenologia dominante è quella di specie migratrice (soprattutto set.-nov. e feb.-mar.) e svernante. Gli effettivi presenti in inverno e durante le migrazioni originano da un vasto settore dell’Europa centro-settentrionale, esteso almeno dalle coste del Mare del Nord al Baltico orientale. La stima nazionale della popolazione svernante, 60.000 individui nel 2000-2001, è da ritenersi obsoleta (Baccetti e Giunti 2005).
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA In Emilia-Romagna la specie è nidificante, migratrice, svernante. Oltre al sito di nidificazione ormai "storico" delle Valli di Argenta (FE), si sono costituite colonie in Valle Bertuzzi (FE) dal 1993 e in Punte Alberete - Valle Mandriole (RA) dal 1994; tentativi di nidificazione si sono verificati nel 1994 anche nella bassa Bolognese e nelle vallette di Ostellato (FE). Nel 1994 la popolazione nidificante in Emilia-Romagna ammontava a 338 coppie di cui 250 nelle Valli di Argenta, 80 in Valle Bertuzzi, 3 in Valle Mandriole, 3 nelle Vallette di Ostellato (FE), 2 presso Malalbergo (BO). Nel Parco regionale del Delta del Po sono state censite 1.033-1.048 coppie nel 2004, 997-1.025 coppie nel 2005, 1.153-1.178 coppie nel 2006 ripartite tra le Valli di Argenta e Punte Alberete (Volponi 2009). Nelle province di Ferrara e Bologna sono inoltre noti nel periodo 2004-2007 almeno altri 6 siti riproduttivi, 3 dei quali regolari, con 30-40 coppie. Dal 2009 nidifica anche in Valle Dindona (FE).
Per quanto riguarda lo svernamento, il fenomeno ha cominciato a verificarsi con regolarità dalla metà degli anni '70.
La popolazione regionale svernante nel periodo 1996-2009 è variata da un minimo di 2.000 individui nel 1996 a un maxssimo di 8.579 nel 2002, con pesanti fluttuazioni in parte certamente dovute a problemi di rilevamento conseguenti alla mobilità giornaliera degli animali. E’ da sottolineare, infatti, che i dati riportati non sono riferiti a situazioni di dormitorio ma sono stati raccolti durante la routinaria copertura diurna delle zone umide. In anni per i quali risultavano disponibili dati sufficienti raccolti ai roost (1998-2000, 2003), la stima di popolazione risultante dalla somma ragionata del dato diurno e notturno (effettuata a livello di macrozona) ha superato il rispettivo valore diurno del 24-50%.
Le medie diurne indicano un aumento della popolazione, cresciuta notevolmente fino almeno al 2002-2004 (anche grazie alla migliore copertura delle aree censite), per poi livellarsi; la distribuzione della specie ha interessato un numero crescente di siti fino agli ultimi anni, arrivando ad interessare oltre l’80% dei siti visitati durante i censimenti IWC. Nell’ultimo decennio il trend della popolazione regionale indica una situazione di stabilità (incremento medio annuo solo del 2%).
Nonostante l’ampia distribuzione nel territorio regionale, nel periodo 2006-2009 circa il 30% della popolazione svernante risulta concentrata nel settore centro-orientale della Provincia di Ferrara.
Gli svernanti regionali rappresentano nel loro insieme – negli anni più recenti - solo il 2% della consistenza della popolazione biogeografica di riferimento; è pertanto evidente come non vi siano, almeno in base ai dati diurni, zone di importanza internazionale per questa specie. Frequenta pressoché tutte le tipologie di zone umide aventi livelli idrici sufficienti ad ospitare pesci, acque marine costiere incluse, senza tuttavia raggiungere di norma i tratti montani di fiumi e torrenti. Nidifica in aree di pianura o costiere, in zone umide d’acqua dolce o salmastra con alberi, arbusti e vegetazione, in boschi igrofili fluviali e localmente in canneti. In Emilia-Romagna i nidi sono collocati prevalentemente su alberi, anche morti o schiantati, o come in Val Campotto su tralicci di linee elettriche dismesse. Sverna in acque dolci o salmastre, dalle lagune costiere ai bacini montani sino a circa 1300 m di altitudine.
Durante la stagione fredda frequenta zone umide di ogni genere con acque sia dolci che salate, scegliendo in base alla reperibilità di pesce ed alla possibilità di formare dormitori. Solitamente tali dormitori sono collocati su concentrazioni di pali emergenti dall'acqua, su strutture galleggianti anche di origine antropica, in boschetti all'interno di aree allagate, sulle sponde di corsi d'acqua o laghi ricche di vegetazione, solo talvolta in mare aperto o su scogliere inaccessibili.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: LC Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 1.027-1.218 coppie nel periodo 2004-2006 (Volponi 2009, Tinarelli ined.).
Popolazione svernante: 6.121-8.413 individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER). Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce la quasi totalità di quella nazionale.
Gli svernanti regionali rappresentano nel loro insieme il 10% della popolazione italiana e – negli anni più recenti - il 2% della consistenza della popolazione biogeografica di riferimento. Il Cormorano è ritenuto una specie a status conservazionistico sicuro, anche se ben diversa era la situazione nel recente passato.
PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA Sono noti come fattori limitanti in Regione gli abbattimenti illegali, il disturbo in dormitori, il disturbo in aree di alimentazione all’interno di ambiti non destinati all’itticoltura a causa dell’attività venatoria.
Il disturbo in periodo riproduttivo e la distruzione deliberata di nidi in colonie riproduttive è probabilmente la causa della concentrazione delle coppie nidificanti in poche località.
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE In regione sono attuati da alcune amministrazioni provinciali piani di abbattimento finalizzati al contenimento dei danni alle produzioni ittiche. Occorre che la pianificazione dei suddetti interventi sia effettuata solo dove realmente necessaria e che i piani siano periodicamente aggiornati a scala regionale alla luce delle variazioni di distribuzione e consistenza delle popolazioni presenti in periodo riproduttivo e non riproduttivo e dell’assetto complessivo delle zone umide idonee per la specie al fine di non compromettere la popolazione nidificante regionale.
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
24/12/2006
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Bacini
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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Censimento acquatici 2006-2007
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27/10/2006
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Bacini
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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Censimento acquatici 2006-2007
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08/01/2006
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Bacini
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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Censimento acquatici 2006-2007
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01/01/2004
28/02/2007
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OASI (in generale)
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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presente dal 2006 nella zona umida
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