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Lanius collurio Linnaeus, 1758
Averla piccola

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Famiglia: Laniidae
Specie politipica con tre sottospecie caratterizzate da ampia intergradazione: L. c. collurio (Linnaeus, 1758) in Europa fino alla Siberia occidentale e a sud fino all'Italia. L. c. kobylini (Buturlin, 1906) in Asia minore, Crimea, Caucaso e Iran, L. c. pallidifrons (Johansen, 1952) in Siberia. Le differenze tra le varie sottospecie sono molto lievi, tanto che alcuni Autori considerano L. collurio una specie monotipica. In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Averla piuttosto piccola con becco massiccio ed uncinato, ali abbastanza corte e coda lunga.
Specie con evidente dimorfismo sessuale. Abito del maschio adulto caratterizzato da mascherina nera che comprende base della mandibola superiore, redini e parte superiore ed inferiore delle copritrici auricolari; restante testa grigio pallido, a volte bianca sulla fronte sopra la mascherina; parti inferiori, scapolari e dorso castano-rossastro, groppone e copritrici superiori della coda grigi, a volte parte più alta del groppone rossastra; guance, mento e gola bianco o crema pallido, spesso sfumato di rosa; addome e fianchi da rosa pallido a vinaccia, ventre e parte inferiore dell’addome rosa-bianco e timoniere inferiori bianche; timoniere centrali completamente nere a differenza delle restanti che presentano la base bianca; remiganti nere o bruno scuro. Femmina adulta piuttosto variabile in colorazione ma crema o bianca dalla base superiore della mandibola al sopracciglio, vertice e parte anteriore del capo marrone-rossastro, redini crema; parte posteriore del collo grigia con sfumature marrone chiaro; mantello, scapolari e dorso marrone-rossastro spesso con barrature nere; groppone grigio, pari inferiori crema con barrature nere, petto e fianchi spesso camoscio pallido con sfumature rosate; timoniere bruno scuro con sfumature rossastre; remiganti bruno scuro. Giovane simile alla femmina adulta ma con piumaggio meno abraso; parti superiori grigiastre o brune, barrate di nero; testa, redini e sopracciglio sfumato di camoscio macchiettato di grigio; timoniere con sfumature rossastre, copritrici inferiori macchiettate di nero.
Averla di facile identificazione. Più snella di Lanius senator, con ali e coda leggermente più corte e colorazione molto diversificata; maschio simile a Lanius minor per colorazione di testa e presenza di mascherina ma con groppone e remiganti marrone rispetto al grigio della congenere.
Specie territoriale. Volo diretto fra un posatoio e l’altro; caratteristica posa a terra ed immediato ritorno sul posatoio; andatura ondulata su lunghe distanze. Caccia all’agguato da un posatoio dominante.
Si nutre principalmente di insetti, soprattutto Coleotteri. Utilizza però anche altri invertebrati, piccoli mammiferi, uccelli e rettili. Caccia sia tuffandosi da posatoi strategici, sia sul terreno o fra i rami dei cespugli; trasporta le prede o con il becco o con gli artigli e a volte le infila su rametti appuntiti o spine.
Specie nidificante in Italia. Nidifica in luoghi aperti con arbusti sparsi, piccoli alberi e cespugli, in brughiere o pascoli. La deposizione avviene da inizio-metà maggio. Le uova, 3-7, sono di colorazione variabile che varia dal verde pallido, al rosa, camoscio o crema con striature grigie, marroni, oliva o porpora. Periodo di incubazione di 14 (12-16) giorni
La longevità massima registrata risulta di 7 anni e 9 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione euroasiatica.
In Europa nidifica in tutti i Paesi ad esclusione di Islanda, Gran Bretagna, Irlanda, penisola Iberica meridionale, Scandinavia settentrionale. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 6.300.000-13.000.000 coppie concentrate prevalentemente in Russia, Romania, Bulgaria, Turchia e negli altri Paesi dell’Europa orientale (BirdLife International 2004). I quartieri di svernamento sono nell’Africa meridionale.
L’areale riproduttivo italiano comprende tutte le regioni ad eccezione della penisola Salentina e della Sicilia dove è molto localizzata. La consistenza della popolazione nidificante italiana è stata recentemente stimata in 50.000-120.000 coppie nel 2003 con trend probabilmente in decremento (BirdLife International 2004). I movimenti migratori avvengono principalmente tra aprile e metà maggio e tra metà agosto e settembre.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie estiva migratrice regolare e nidificante.
Nidifica in tutte le province dal livello del mare a 1.500 m. s.l.m.; la rarefazione delle coppie nidificanti negli ultimi decenni è risultata più accentuata nelle zone di pianura con scarsità di superfici permanentemente inerbite e di bestiame al pascolo. Sulla base delle informazioni fornite dagli Atlanti provinciali e di censimenti in aree significative è stata prodotta una stima di 3.000-4.000 coppie per il periodo 1994-1997 (Tinarelli in Marchesi e Tinarelli 2007) di cui 500-550 nel Parmense (Ravasini 1995) e 300-400 nel Bolognese. La stima è stata aggiornata a 2.800-3.700 coppie per il periodo 2001-2003 (Tinarelli in Marchesi e Tinarelli 2007). Un confronto di rilievi effettuati nel 1995-1997 e nel 2004/2006 in Romagna indica una marcata diminuzione (-51%) della popolazione nidificante (Ceccarelli e Gellini 2008).
L'ambiente di riproduzione risulta costituito da zone coltivate o incolte e da versanti esposti a sud a moderata pendenza, caratterizzati da una rada copertura arborea e dalla presenza di numerosi cespugli spinosi, alternati ad ampie porzioni con vegetazione erbacea rada o non troppo rigogliosa. Indispensabile appare la presenza di posatoi naturali o artificiali (arbusti, fili aerei, paletti di recinzione) utilizzati per gli appostamenti di caccia. E' anche presente, a basse densità, in rimboschimenti giovani di pini ed in torbiere con abbondanza di cespugli.
In Regione frequenta per la riproduzione seminativi, prati, pascoli in cui sono presenti siepi, alberi (anche isolati), frutteti e boschetti, dalla pianura a circa 1.500 metri di altitudine. Nidifica su arbusti e alberi con fogliame denso, costruendo un grosso nido spesso facilmente visibile. In passato la specie era molto diffusa come nidificante nelle campagne con piantate.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: VU (C1)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 2.800-3.700 coppie nel periodo 2001-2003 (Tinarelli in Marchesi e Tinarelli 2007).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce circa il 7% di quella nazionale.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente insoddisfacente poiché il grado di conservazione degli elementi dell’habitat importanti per la specie è limitato.
Il maggiore declino della specie è avvenuto negli anni ‘60 e ‘70 in seguito all’eliminazione delle siepi e delle piantate in pianura e alla diffusione dell’uso generalizzato di insetticidi e geodisinfestanti in agricoltura, micidiali per questa ed altre specie che si nutrono di grandi insetti. Dopo oltre un decennio (anni ’80) di apparente stabilità numerica della popolazione, la specie ha subito nuovamente un forte e costante declino, a partire dagli anni ’90.
Almeno il 20% della popolazione regionale nidificante è all’interno di siti Natura 2000.
Meno del 10% della popolazione regionale nidificante è all’interno di Aree Protette Regionali.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa); la popolazione europea è molto grande ma ha subito un moderato declino dal 1970 (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
Tra i fattori limitanti noti per la specie nelle aree di nidificazione vi sono:
- uso di biocidi in agricoltura e negli allevamenti all’aperto,
- riduzione delle superfici pascolate da vacche, cavalli e pecore,
- distruzione e trinciature di siepi, macchie, filari alberati, boschetti durante il periodo riproduttivo, in particolare lungo i corsi d’acqua,
- riduzione/scomparsa dei prati ai margini di siepi, strade interpoderali, frutteti, vigneti.
Il maggiore declino della specie è avvenuto negli anni ‘60 e ‘70 in seguito all’eliminazione delle siepi e delle piantate in pianura e alla diffusione dell’uso generalizzato di insetticidi e geodisinfestanti in agricoltura, micidiali per questa ed altre specie che si nutrono di grandi insetti. Dopo oltre un decennio (anni ’80) di apparente stabilità numerica della popolazione, la specie ha subito nuovamente un forte e costante declino, a partire dagli anni ’90. Sicuramente gravano sulla specie anche fattori limitanti quali i cambiamenti climatici, la trasformazione degli ambienti di svernamento e l’uso massiccio di insetticidi anche nei quartieri di svernamento in Africa la cui entità è però per il momento difficilmente valutabile.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
L’Averla piccola ha mostrato una modesta capacità di colonizzazione delle siepi e dei filari realizzati ex novo nelle superfici interessate dall’applicazione di misure agroambientali e quindi probabilmente la disponibilità di siepi e prati non è attualmente il principale fattore limitante per questa specie insettivora un tempo molto diffusa negli agroecosistemi (Marchesi e Tinarelli 2007).
Sicuramente importanti sono la conservazione delle attività di pascolo e la presenza di bovini, ovini e equini all’aperto che richiamano gli insetti predati dall’Averla piccola.
Fondamentali sono la limitazione o il divieto dell’uso di biocidi in agricoltura e negli allevamenti all’aperto e il divieto di controllo della vegetazione arborea e arbustiva nei siti riproduttivi durante la nidificazione.
E’ evidente inoltre che sono necessarie specifiche ricerche per definire meglio e/o aggiornare distribuzione e consistenza di questa specie.Specie facilmente rilevabile e identificabile.
L’accertamento della riproduzione è relativamente facile grazie al comportamento territoriale e vocifero ma il censimento delle coppie nidificanti è reso difficile dalla vastità delle zone idonee.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
07/05/2017 Stazione di inanellamento Maselli Mirco 1/0 - decade 13/2017
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) nidificante nella superficie contigua a nord nel 2004

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