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Grus grus (Linnaeus, 1758)
Gru

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Gruiformes
Famiglia: Gruidae
Specie monotipica. Inizialmente denominata Ardea Grus da Linneo, è stata successivamente attribuita al genere Grus Pallas, 1766.

CARATTERISTICHE
Grande uccello terrestre con zampe e collo lunghi ma testa relativamente piccola.
Specie priva di dimorfismo sessuale. Abito riproduttivo caratterizzato da colorazione complessiva grigio-blu, parte anteriore del collo e gola nere contrastanti con la fascia bianca che va restringendosi dall’occhio fino alla base del collo; in volo ben evidente l’ala bicolore: nero delle primarie e dell’estremità delle secondarie, grigio della parte sommitale ed anteriore e del dorso; iride da giallo a rosso, becco giallastro, zampe grigio-nero. Giovane con colorazione uniforme, corpo grigio chiaro con sfumature rossicce più intense su capo e collo; iride bruna, becco verde-oliva e zampe grigio chiaro.
Specie di facile riconoscimento.
Durante il periodo riproduttivo la Gru presenta un comportamento timido e schivo, mentre durante il resto dell’anno forma grandi gruppi, particolarmente numerosi poco prima dell’inizio degli spostamenti migratori. Durante l’autunno, in zone particolarmente ricche di cibo, può formare branchi di centinaia di individui. Si muove a terra con andatura lenta e misurata; volo maestoso con battute lente e potenti alternate a lunghe planate; ali quasi piatte, collo e zampe ben distesi.
Specie onnivora, soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva si nutre prevalentemente di materiale vegetale: radici, rizomi, tuberi, steli, germogli, foglie, bacche, (Empetrum, Vaccinium), semi di piante acquatiche emergenti, erbe e piante coltivate. Inoltre ingerisce ghiande, noci, legumi e granaglie. La componente animale viene consumata prevalentemente in estate ed è rappresentata da Invertebrati: anellidi, molluschi, insetti e altri artropodi. A questi si aggiungono in minori quantità anfibi, rettili, pesci e mammiferi roditori. Si nutre sia sul terreno, sia in acqua, scandagliando il fondo e prelevando il cibo dalla superficie.
Specie non nidificante in Italia. Nidifica in ambienti umidi, caratterizzati dalla presenza di acque basse. Le uova sono variabili nel colore e vanno dal camoscio al verde-oliva al rosso-bruno, a volte anche grigio-blu, con macchiettature nere e rosso-marrone.
La longevità massima registrata risulta di 17 anni e 3 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione euroasiatica. In Europa l’areale riproduttivo è costituito da due aree disgiunte: l’Anatolia a sud e una molto vasta comprendente Scandinavia, Russia, Bielorussia, Paesi baltici, polonia e Ucraina. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa indica 74.000-110.000 coppie di cui 25.000-40.000 in Russia, 10.000-12.000 in Polonia, 15.000-20.000 in Finlandia e 15.000-20.000 in Svezia (BirdLife International 2004). I quartieri di svernamento delle popolazioni europee sono situati nella regione mediterranea e in Sudan ed Etiopia.
In Italia era nidificante nei secoli scorsi e le ultime nidificazioni sono avvenute a Caorle, in Veneto, nei primi decenni del 1900. Le presenze in Italia sono concentrate soprattutto in ottobre e in marzo. Gli individui che transitano attraverso il nostro Paese verosimilmente provengono dall’Europa orientale e sono diretti verso i quartieri invernali ubicati in nord Africa, soprattutto in Tunisia e in Algeria. Le uniche due segnalazioni di uccelli inanellati si riferiscono a soggetti nati in Finlandia in agosto e segnalati rispettivamente nel Palermitano l’11 novembre e nel Materano il 13 marzo.Lo svernamento è regolare e consistente soprattutto in zone costiere,di Friuli, Toscana, Puglia, Sardegna e Sicilia, irregolare invece nella Pianura Padana, in Lazio e Campania. La popolazione presente in inverno in Italia è stata stimata di 30-150 individui per il periodo 1995-2003 (Brichetti e Fracasso 2004). I movimenti migratori avvengono principalmente in settembre-novembre e in febbraio-aprile.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie migratrice regolare e svernante. Durante le migrazioni vi sono varie osservazioni di singoli individui e in genere di gruppi di alcune decine in tutte le province. Negli anni ’90 osservazioni occasionali in periodo invernale di alcuni individui sono state effettuate nella Bonifica del Mezzano (FE) e nelle aree di recente bonifica a sud di Ravenna. Nel nel periodo 1994-2009 la Gru è stata segnalata con una certa regolarità (8 inverni su 16), ma sempre con un basso numero di soggetti. Nel periodo 2001-2006 vi è stato un chiaro incremento delle osservazioni invernali e della lunghezza dei periodi di sosta durante le migrazioni ma soltanto nel 2008 e nel 2009 sono state rilevate presenze più consistenti (rispettivamente 41 e 61 individui). Questa tendenza all’incremento è analoga a quella riscontrata in altre realtà regionali del centro sud (ad es. Lazio - Brunelli et al. 2009) e della Pianura Padana (Piemonte). Le località frequentate sono distribuite in diverse zone della pianura, sia nei settori più occidentali e centrali (province di Piacenza, Parma e Modena), sia in quelli più orientali (parte est della provincia di Bologna e Ferrarese), dove negli ultimi anni sono stati osservati gli stormi più numerosi.
Specie facilmente rilevabile e identificabile. I valori rilevati durante i censimenti invernali sono solo indicativi dell'ordine di grandezza della consistenza reale a causa della presenza di individui anche al di fuori delle zone umide censite (prati e medicai lontano dalle zone umide censite).
In Europa si è adattata a vivere in zone umide di dimensioni molto ridotte, naturali, artificiali oppure ripristinate. Al di fuori del periodo riproduttivo frequenta campi coltivati, pascoli, prati, sosta spesso vicino a specchi d’acqua o ad altri corpi idrici con fondali bassi. In territori dove non viene perseguitata può abitare anche ambienti antropizzati, nidificando ed alimentandosi vicino ai centri urbani o alle autostrade.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: Taxon non nidificante in Emilia-Romagna - Non applicato
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione svernante: 0-61 (26) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: Mancano dati recenti a livello nazionale per valutare l’importanza della popolazione regionale.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente soddisfacente.
Almeno il 40% della popolazione regionale svernante è all’interno di siti della rete Natura 2000. E’ assente come svernante nelle Aree Protette Regionali.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 2 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione concentrata in Europa); la popolazione europea è relativamente piccola, soggetta ad un grande declino nel periodo 1970-1990 e ad un moderato incremento negli anni successivi (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti noti per la specie sono:
- la collisione con i cavi di linee elettriche a media tensione,
- il disturbo venatorio nelle aree idonee per la sosta e l’alimentazione,
- gli abbattimenti illegali,
- il disturbo antropico (gli individui che sostano in migrazione e che svernano hanno elevate distanza di fuga e trovano rifugio nelle aree di pianura meno antropizzate),
- le trasformazioni ambientali che comportano l’eliminazione di fossati e scoline e l’intensificazione agricola,
- l’avvelenamento legato all’impiego di fitofarmaci e pesticidi.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- mettere in sicurezza le linee elettriche che insistono in contesti critici e definire disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti,
- controllare i fattori di disturbo antropico, in particolare durante il periodo di svernamento,
- prevenire e reprimere gli abbattimenti illegali,
- conservare gli ambienti esistenti idonei per l’alimentazione della specie,
- ripristinare e gestire zone umide con bassi livelli dell’acqua e zone agricole con condizioni ambientali favorevoli per la specie.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
02/12/2013 OASI (in generale) Maselli Mirco

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