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LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI
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Perdix perdix (Linnaeus, 1758)
Starna
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Galliformes
Famiglia: Phasianidae
La Starna fu inizialmente denominata da Linneo Tetrao perdix (1758) e successivamente fu attribuita al genere Perdix Brisson, 1760. Attualmente vengono riconosciute 8 sottospecie, tra le quali P. p. italica che è stata spesso inserita nella specie nominale perdix, perché la sua descrizione era stata effettuata sull'esame di un numero molto ridotto di pelli e per questo motivo non era facile confermarne la reale esistenza (Violani et al. 1988). L’esistenza della sottospecie italica è stata recentemente confermata attraverso analisi genetiche di reperti museali e di popolazioni isolate e relitte.
In Italia sono stati introdotti individui appartenenti ad altre sottospecie, spesso di origine incerta.
CARATTERISTICHE Gallinaceo di dimensioni medio-piccole di figura compatta, capo rotondeggiante, coda e collo corti ed ali piuttosto arrotondate.
Specie con lieve dimorfismo sessuale. Abito riproduttivo maschile caratterizzato da maschera bruno-arancio composta da fronte, sopracciglio, guance e gola; parti superiori grigio-bruno striate di scuro, con bande nere e brune molto evidenti su groppone e sopraccoda; addome color cannella e ventre con macchia castano scuro a forma di ferro di cavallo nella zona centrale; sopra-ala con macchie nere e strie chiare; remiganti brune con macchie fulve; coda bicolore con parte interna barrata di grigio e bruno scuro, parte esterna rossiccia; iride nocciola o marrone scuro, becco grigio, macchia rossa dietro l’occhio, zampe grigio-rosa. La femmina ha piumaggio simile ma colorazione meno intensa e con disegni meno evidenti. Giovane di dimensioni molto ridotte rispetto all’adulto e colorazione fulva più omogenea; parti superiori brune a macchie scure e strie chiare, inferiori crema con tratti chiaro-scuri; assenti i disegni ornamentali.
Simile ad Alectoris rufa, soprattutto i giovani, ma con becco grigio e non rosso, con colorazione rossiccia bruno arancio di gola, priva di chiazza bianca; sopracciglio bianco assente e macchia sul ventre.
Di facile identificazione in natura. Specie fortemente gregaria. Vola a poca altezza dal suolo e per brevi tratti con battute rapide alternate a planate; si muove facilemte al suolo ma in caso di pericolo tende ad immobilizarsi. La dieta è piuttosto varia, in relazione alla stagione e all'età dell'animale: gli adulti si nutrono quasi esclusivamente di materiale vegetale (semi, germogli, bacche) e solo nel periodo estivo consumano anche componenti animali per un valore pari al 10-20% dell'intera alimentazione, mentre nelle prime settimane di vita i pulcini si alimentano esclusivamente di prede vive (in particolare insetti adulti e negli stadi giovanili: Collemboli, Afidi, Coleotteri, Imenotteri) e solo in seguito a queste si aggiungono componenti vegetali. Dall'esame del contenuto stomacale di alcuni individui adulti si è giunti alla conclusione che non venga operata una scelta precisa, ma che le Starne si alimentino di specie che abbondano nel loro habitat. I vegetali più comunemente consumati sono Vitis vinifera, Trifolium sp. e Triticum aestivum, mentre tra le prede vive Grillus desertus è la più comune insieme a vari Coleotteri. Studi effettuati in molti Paesi europei hanno dimostrato che in autunno Perdix perdix si ciba principalmente di foglie verdi di graminacee, di cereali, trifoglio (Trifolium sp.) e semi di piante infestanti (in particolare Polygonum sp.). In primavera ed estate si alimenta con infiorescenze di Stellaria (Stellaria spp.) e di semi immaturi di varie piante erbacee (Cramp e Simmons 1980, del Hoyo et al. 1994, Montagna e Toso 1992). Specie nidificante in Italia. Nidifica in ambienti aperti erbosi e cespugliosi, specialmente collinari. La deposizione avviene fra metà aprile e giugno (inizio settembre), max. metà maggio-inizio giugno. Le uova, 10-15 (8-20), sono di color verde oliva o marrone chiaro. Periodo di incubazione di 23-25 giorni.
Non esistono dati significativi riguardanti la longevità massima.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE Specie a distribuzione euroasiatica.
Introdotta in America settentrionale e ampiamente diffusa in Europa, dove è assente soltanto dall’Islanda e dalla Scandinavia centro-settentrionale. La popolazione europea di Starna è stimabile in 2,6-5,1 milioni di coppie è in contrazione in termini di areale e in decremento numerico già a partire dalla II Guerra Mondiale. La specie è sedentaria ma le popolazioni dell’Europa orientale sono parzialmente migratrici (Brichetti & Fracasso 2004).
In Italia l’areale di distribuzione è frammentato e comprende alcune località delle Alpi, l’Appennino centro-settentrionale e varie zone della Pianura Padana. La sottospecie italica, presente ancora con piccoli nuclei nell’Appennino centrale e forse nell’Alessandrino, è stata sostituita progressivamente da sottospecie alloctone introdotte a fini di ripopolamento venatorio. Il declino e la contrazione dell’areale della specie in Italia è iniziato nei primi decenni del XX secolo e si è accentuato dagli anni ’50. La stima più recente della popolazione nidificante italiana è di 2.000-4.000 coppie con trend della popolazione in decremento e con fluttuazioni locali e recenti estinzioni nella Pianura Padana (Brichetti e Fracasso 2004).
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA Specie sedentaria e nidificante oggetto di diffusi e frequenti ripopolamenti a scopo venatorio dai primi decenni del XX secolo.
I ripetuti ripopolamenti a scopo venatorio rendono difficile valutare la presenza e la consistenza di nuclei autoriproducentesi.
In Emilia Romagna, come nel resto d’Italia, le popolazioni autoriproducentesi, cioè in grado di mantenersi numericamente stabili senza ripopolamenti, sono molto scarse e presenti nella quasi totalità dei casi all’interno di zone protette e sono di modeste dimensioni, fatto che ne rende precaria la sopravvivenza. Le frequenti introduzioni effettuate a partire dagli anni ‘30 e soprattutto negli anni ‘60 e ’70 per far fronte al drastico declino, causato da un intenso prelievo venatorio e dalle trasformazioni ambientali, hanno alterato le caratteristiche genetiche della popolazione originaria. La provincia di Ferrara ha ospitato fino alla fine degli anni ‘80 la più cospicua popolazione italiana nella Bonifica del Mezzano (Matteucci e Toso 1985) la cui consistenza autunnale è stata stimata all’epoca in circa 16.000 individui; da censimenti effettuati nel 2003 la popolazione nidificante si è molto ridotta ed è stata stimata di almeno 20-30 coppie (Tinarelli 2004); l’origine della popolazione del Mezzano risaliva ad immissioni effettuate a scopo venatorio nella contigua Valle Pega a partire dagli anni ’30 probabilmente con soggetti non appartenenti alla sottospecie italica; da notare che alla fine dell’800 la Starna nel Ferrarese era considerata da Calzolari (1898) “accidentale”. Non è noto se tra le popolazioni autoriproducentesi in Emilia-Romagna ve ne siano di appartenenti alla sottospecie italica. Sulla base della vocazionalità del territorio regionale e di censimenti in aree campione Matteucci (1999) ipotizza un numero potenziale di coppie per la regione compreso tra 8.100 e 18.121. In realtà i ripetuti ripopolamenti a scopo venatorio rendono difficile valutare la presenza e la consistenza di nuclei autoriproducentesi e mancano quindi stime attendibili della popolazione regionale. L’habitat riproduttivo della specie è costituito da aree aperte erbose e cespugliate, incolti e coltivi cerealicoli con siepi e bordi erbosi/cespugliati e/o con presenza di frutteti e vigneti.
Frequenta sia ambienti di pianura, con coltivazioni intensive, sia aree collinari raggiungendo altitudini modeste (in media tra 200 e 1.000 m ma fino ai 2.100 m sulle Alpi); vive tra i campi arati, i prati, i pascoli, le coltivazioni di erba medica e di piante da frutto, i vigneti, ma per nutrirsi e rifugiarsi in caso di pericolo mostra una netta preferenza per le aree incolte e le zone a vegetazione spontanea. Evita i boschi e le aree urbane.
L’habitat per la specie sarebbe ancora ampiamente disponibile ma la mancanza di popolazioni selvatiche riproduttive ne impedisce la diffusione (Matteucci 1999).
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: Taxon non nidificante in Emilia-Romagna - Non applicato Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: dati insufficienti per una stima. Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente indeterminato poiché mancano informazioni significative su trend dell’areale e della popolazione e deve essere confermata la presenza di popolazioni della sottospecie italica.
Nei siti della rete Natura 2000 la specie è segnalata dalla Banca Dati Natura 2000 della RER come residente in 3 e nidificante in 3. Nel Bolognese è segnalata in un ulteriore sito come nidificante (Amm. Prov. Fe 2007). Non vi sono informazioni significative per valutare la popolazione regionale nidificante all’interno di siti Natura 2000 che comunque dovrebbe essere almeno il 20% all’interno di siti Natura 2000 e meno del 30% all’interno di Aree Protette Regionali.
La specie è stata classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa). Secondo i criteri IUCN a livello europeo la specie è classificata “Vulnerable (VU)”. Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa); la popolazione europea è molto grande ma soggetta complessivamente ad un marcato declino dal 1970 (BirdLife International 2004).
PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA Sia l’areale sia le popolazioni risultano in contrazione in Europa e in Italia. Tale situazione è stata determinata principalmente dall’incremento della pressione venatoria e dalle trasformazioni ambientali e delle tecniche di coltivazione. Negli ultimi decenni la presenza della specie è stata progressivamente assicurata da immissioni annuali effettuate per fini venatori con soggetti di altri Paesi che hanno determinato l’inquinamento genetico delle popolazioni e la quasi estinzione della sottospecie italica.
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE La popolazione regionale è attualmente costituita in prevalenza (forse quasi totalmente) da individui di altre sottospecie europee introdotti negli ultimi decenni a scopo venatorio.
Inoltre i ripetuti ripopolamenti a scopo venatorio rendono difficile valutare la presenza e la consistenza di nuclei autoriproducentesi.
Occorre valutare se il recupero della sottospecie italica a livello regionale è ancora possibile e come, eventualmente, attuarlo.
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
22/11/2015
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OASI (in generale)
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Maselli Mirco
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>= 2
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12/04/2014
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OASI (in generale)
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Maselli Mirco
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2; si involano ore 7 solari sotto il calanco a 20m (probabile natura non selvatica)
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