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LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI
>> FALCO BIARMICUS FELDEGGII
Falco biarmicus feldeggii Schlegel, 1843
Lanario
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Falconiformes
Famiglia: Falconidae
Specie politipica. Nel Paleartico occidentale sono presenti tre sottospecie: feldeggii Schlegel, 1843 dall'Italia alla Turchia; erlangeri Kleinschmidt, 1901 dal Marocco alla Tunisia; tanypterus Schlegel, 1844 dalla Libia alla Giordania. Sono presenti altre due sottospecie nel resto dell'areale (Cramp & Simmons 1980).
CARATTERISTICHE Rapace di media grandezza con coda piuttosto lunga.
Specie con lieve dimorfismo sessuale (femmina più grande e con struttura più robusta). Abito riproduttivo caratterizzato da parti superiori grigio-bruno con barrature scure e da parti inferiori biancastre, con marcature evidenti solo sui fianchi; capo con vertice rossastro e striato di scuro sulla fronte, macchia nucale rossastra, mustacchio e stria oculare neri; iride bruno-scuro, cera e zampe gialle, becco grigio-blu con apice nero. Giovane con parti superiori molto scure, inferiori rossicce con striature scure; capo con disegno simile all’adulto anche se meno intensamente colorato; cera e zampe da grigio-blu a verdastri.
L’adulto in volo, visto da sotto, ha colorazione pallida con una banda scura che separa le copritrici dalla base delle remiganti; da sopra appare piuttosto omogeneo e scuro ad eccezione della coda chiara barrata di scuro. Il giovane, visto da sotto, ha superficie alare bicolore con copritrici più scure delle remiganti; ventre e sotto-coda chiari.
Simile per grandezza a Falco peregrinus ma silhouette di volo con ali più lunghe e meno appuntite, coda più allungata e capo più piccolo. Per struttura può ricordare Falco cherrug, in modo particolare il giovane. Specie generalmente solitaria o al massimo in piccoli gruppi familiari. Volo con battute potenti, rapide e poco ampie; in volteggio le ali sono piatte o leggermente abbassate con le punte rivolte verso l’alto. Caccia sia in volo esplorativo sia all’agguato. Nel primo caso velleggi ad altitudini elevate sfruttando veloci picchiate, nel secondo caso si posa su rocce dominanti (talvolta anche tralicci o alberi secchi). Ghermisce la preda sia in aria sia sul terreno. Talvolta caccia in coppia. La dieta dipende ampiamente dalla situazione locale in cui è presente il territorio di nidificazione. Predilige Uccelli di dimensioni piccole e medie, Micromammiferi e Chirotteri. In Calabria l'80% della dieta è costituito da Uccelli della dimensione di un tordo (Mirabelli 1982); in Emilia-Romagna il 70% da piccoli Passeriformi (Chiavetta 1982). In Sicilia il 95% della biomassa è costituito da Uccelli, con 389 Uccelli su 750 prede analizzate (Siracusa et al. 1988). Specie nidificante in Italia. Nidifica su pareti rocciose in ambienti collinari stepposi oltre a zone aperte, aride o desertiche. Le coppie si insediano tra gennaio e marzo. La deposizione avviene fra fine gennaio e inizio aprile, max. fine febbraio-marzo. Le uova, 3-4 (2), sono di color bianco con macchiettature evidenti rosso-marrone, giallastre o porpora. Periodo di incubazione di 30-35 giorni.
Non esistono dati significativi riguardanti la longevità massima.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE Specie a distribuzione mediterraneo-afrotropicale. L’areale riproduttivo della specie è molto vasto e comprende l’Europa meridionale, la Turchia, il Caucaso, l’Africa settentrionale e orientale e la Penisola Arabica. In Europa e nella Penisola Anatolica è presente la sottospecie feldeggii. La stima più recente della popolazione nidificante della sottospecie feldeggii è di 261-472 coppie concentrate prevalentemente in Turchia e Italia (Andreotti e Leonardi 2007).
L’areale riproduttivo in Italia è discontinuo e si estende dall’Appennino emiliano (provincia di Bologna) sino alla Sicilia meridionale. E’ assente in Sardegna e circa metà della popolazione nazionale è concentrata in Sicilia. L’Italia ospita l’80% della popolazione europea che è stata stimata nel 2003-2004 di 140-172 (Andreotti e Leonardi 2007). Non sono disponibili dati significativi per stimare la consistenza della popolazione svernante in Italia.
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA Specie sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante irregolare.
In Emilia-Romagna è presente tutto l’anno e i siti riproduttivi sono situati nella fascia collinare fino ad altitudini di 1.000 m.. L’Appennino Bolognese rappresenta il limite settentrionale dell’areale di distribuzione in Europa e una delle aree italiane in cui la presenza della specie è da tempo nota e studiata (Bonora e Chiavetta 1975). Ad un primo periodo di circa 20 anni durante i quali poche coppie si sono riprodotte regolarmente in provincia di Bologna, per un breve periodo nel Modenese (Giannella e Rabacchi 1992) e una volta in Val Marecchia (Foschi e Gellini 1987), ha fatto seguito un periodo di circa un decennio in cui la specie era osservata saltuariamente presso falesie precedentemente occupate senza però prove di riproduzione; al termine degli anni ’90 una coppia si è insediata stabilmente su una parete precedentemente occupata, seguita successivamente da 1 o 2 altre coppie in altre aree del Bolognese (Martelli e Rigacci 2003). La consistenza accertata per il 2003 era di 3 coppie (Bonora et al. 2007) e per gli anni successivi può essere stimata di 3-4 (archiv. AsOER). Specie tipica delle steppe e dei terreni aperti e asciutti, richiede estese superfici di terreno scoperto o a praterie xeriche per la caccia, con presenza di asperità rocciose, anche di modeste estensioni, per la nidificazione. Nell'Appennino, largamente forestato, si avvicina ad aree coltivate a cereali (Chiavetta 1982). Evita le regioni costiere e predilige territori a 200-600 m di quota. Non costruisce un nido e depone le uova in cenge e piccole cavità della roccia. Per l’alimentazione frequenta sia zone arbustive sia calanchi, pascoli e coltivi.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: CR (D) Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 3-4 coppie nel periodo 2004-2009 (archiv. AsOER).
Popolazione svernante: mancano dati aggiornati Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La significatività della popolazione regionale è scarsa da un punto di vista percentuale (2% di quella italiana) ma elevata sotto il profilo biogegrafico poiché è quela più settentrionale in europa. Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente mediocre a causa dei numerosi fattori di minaccia.
La popolazione riproduttiva regionale costituisce il 2% di quella nazionale.
Solo il 30% della popolazione regionale nidificante è all’interno di siti Natura 2000.
Almeno il 20% della popolazione regionale svernante è all’interno di siti della rete Natura 2000.
E’ assente come nidificante nelle Aree Protette Regionali e meno del 10% della popolazione regionale migratrice e/o svernante è all’interno di Aree Protette Regionali.
Secondo i criteri IUCN a livello europeo la specie è classificata “Vulnerable (VU)”. Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa) a causa delle ridotte dimensioni della popolazione europea e della diminuzione dal 1970 delle popolazioni presenti nei Paesi chiave (BirdLife International 2004).
PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA Tra i fattori limitanti noti per la specie (Andreotti e Leonardi 2007, Bonora et al. 2007) si possono annoverare:
- il disturbo antropico al nido causato da arrampicatori, escursionisti, fotografi, cacciatori nei siti di nidificazione in marzo-aprile e durante il periodo di insediamento delle coppie in gennaio-febbraio,
- abbattimenti illegali (due immaturi trovati feriti dal 2000 nel Riminese e nella pianura bolognese),
- presenza di linee elettriche che causano elettrocuzioni (folgorazioni) e collisioni,
- realizzazione di centrali eoliche in aree di alimentazione, nidificazione e transito (probabilmente una delle minacce più rilevanti per il futuro della specie),
- prelievo illegale di uova e/o pulcini dal nido,
- uso di pesticidi in agricoltura,
- avvelenamento da piombo,
- probabilmente anche la cattura accidentale nelle trappole per corvidi,
- forse anche la competizione con il Falco pellegrino.
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE Tra le azioni previste dal piano d’azione nazionale (Andreotti e Leonardi 2007) quelle attuabili in Emilia-Romagna sono le seguenti:
- istituzione di vincoli di tutela per i biotopi accertati di maggiore importanza per la specie (priorità alta),
- verifica della nidificazione della specie in aree non ancora monitorate e successiva predisposizione di adeguati vincoli di tutela (priorità media),
- mantenimento di pratiche agricole tradizionali nelle aree in progressivo abbandono (priorità alta),
- attuazione di politiche forestali compatibili con il mantenimento di elevati livelli di biodiversità (priorità alta),
- predisposizione di piani di ripristino in prossimità di siti riproduttivi tradizionalmente occupati (priorità media),
- creazione di cavità artificiali su pareti rocciose in aree dove scarseggiano siti idonei per la nidificazione (priorità bassa),
- definizione di protocolli tecnici per limitare la diffusione di pesticidi in natura (priorità alta),
- regolamentazione delle attività escursionistiche e del tempo libero in grado di arrecare disturbo alle coppie nidificanti (priorità media),
- realizzazione di specifiche campagne di sensibilizzazione nei confronti di rocciatori ed escursionisti (priorità media),
- limitazione dell’attività venatoria in prossimità dei siti riproduttivi (priorità alta),
- intensificazione dei controlli attuati dal personale preposto alla vigilanza venatoria (priorità media),
- sorveglianza ai nidi per prevenire il furto di uova e/o di pulcini (priorità media),
- controllo degli allevamenti e dei falconieri autorizzati (priorità media),
- predisposizione di un programma operativo efficace per il superamento dell’uso dei pallini di piombo nelle cartucce utilizzate per la caccia (priorità bassa),
- definizione di disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti e messa in sicurezza delle linee elettriche che insistono in contesti critici (priorità alta),
- definizione di linee guida per la valutazione dell’impatto ambientale determinato dalla realizzazione delle centrali eoliche o di altre strutture aeree (priorità alta).
Specie facilmente confondibile con il Pellegrino. Per il censimento della popolazione nidificante è necessario visitare tutti siti idonei ed una buona conoscenza della biologia della specie. Il censimento della popolazione al di fuori del periodo riproduttivo è invece difficilmente realizzabile a causa della diffusione degli individui presenti in numerose tipologie ambientali.
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
01/01/2004
28/02/2007
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OASI (in generale)
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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osservazioni irregolari
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