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LISTA DEGLI ANIMALI DELL'OASI
>> NYCTICORAX NYCTICORAX
Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758)
Nitticora
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Ciconiiformes
Famiglia: Ardeidae
Inizialmente attribuita da Linneo al genere Ardea, è una specie politipica alla quale appartengono quattro sottospecie: N. n. nycticorax (Linnaeus, 1758), N. n. hoactli (Gmelin,1789), N. n. obscurus Bonaparte, 1855 e N. n. falklandicus Hartet, 1914. N. nycticorax forma superspecie con N. caledonicus, con la quale dà luogo ad ibridazioni nell’Isola di Giava e nelle Filippine. A volte le sottospecie hoactli e falklandicus vengono incluse rispettivamente in nycticorax e obscurus. (Cramp e Simmons 1977; Fasola e Alieri 1992; del Hoyo et al. 1992). In Italia è presente la sottospecie nominale.
CARATTERISTICHE Ardeidae di medie dimensioni, piuttosto tozzo, con zampe e becco corti.
Specie con dimorfismo sessuale (femmina più piccola, piume della cresta più corte). Abito riproduttivo caratterizzato da dorso nero lucido, parti inferiori di colore pallido; sul capo presenta una calotta nera ed una lunga cresta bianca pendente; becco nero ed iride rossa. Nei giovani le parti superiori sono di color bruno scuro con macchiettaure bianco-fulvo mentre quelle inferiori sono grigio-biancastre con striature marroni; iride da gialla ad arancione. Il giovane assomiglia a Botaurus stellaris anche se è di dimensioni minori e con profilo leggermente più tozzo. Specie gregaria anche nel periodo non riproduttivo, prevalentemente crepuscolare e notturna. Volo con battute rapide e rigide, becco rivolto verso l’alto e zampe poco visibili. L’alimentazione è è molto varia ed include anfibi (Rana esculenta, girini ed adulti), pesci (Cyprinus carpio, Cobitis taenia, Lepomis gibbosus, Tinca tinca, Leuciscus souffia), rettili (Natrix natrix), insetti adulti e larve (Coleotteri, Ortotteri, Emitteri e Odonati), crostacei (Triops cancriformis), anellidi, micromammiferi (Mus e Arvicola). La dieta dei pulcini è identica a quella degli adulti. La Nitticora è soprattutto attiva al crepuscolo e durante la notte, ma nella stagione riproduttiva caccia anche durante il giorno, sovrapponendo la propria nicchia trofica con quella della Garzetta nelle aree particolarmente ricche di prede ed entrando invece in forte competizione con essa là dove il numero di prede è più scarso. Le tecniche di caccia utilizzate sono “standing”, per catturare rane e pesci e “walking”, preferita per cacciare prede lente e di piccole dimensioni come girini e Artropodi. Specie nidificante in Italia. Nidifica in colonie sia plurispecifiche sia monospecifiche, in colonie costituite da pochi nidi e talvolta anche nidi isolati, su arbusti o alberi, localmente su vegetazione palustre. La deposizione avviene fra fine marzo e fine luglio, max. metà aprile-fine maggio, inizio marzo per coppie svernanti. Le uova, 3-4 (2-6), sono di color blu-verde pallido. Periodo di incubazione di 21-26 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 16 anni e 4 mesi.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE Specie a distribuzione subcosmopolita, ampiamente diffusa nell’Europa centrale e meridionale. Per tutta l’Europa sono state stimate 63.000-87.000 coppie nidificanti concentrate principalmente in Italia, Russia e Ucraina (BirdLife International 2004). Le popolazioni europee svernano principalmente nell’Africa equatoriale e lungo il Nilo; quella italiana sverna nei Paesi del Golfo di Guinea.
In Italia la specie è diffusa ed abbondante soprattutto nella Pianura Padana, principalmente in Lombardia e Piemonte mentre è più scarsa e localizzata nell'Italia peninsulare ed insulare dove è in corso un processo di diffusione dagli anni ‘90. Nel 2001-2002 sono state censite 13.244 coppie nidificanti in Italia (Fasola et al. 2005) e il trend della popolazione risulta fluttuante.
La migrazione post-riproduttiva avviene tra settembre ed inizio novembre. La migrazione pre- nuziale avviene tra marzo ed aprile. Risulta evidente un notevole erratismo estivo che interessa principalmente i giovani, e concentra in aree particolarmente ricche di alimentazione alcune centinaia di esemplari. La maggior parte della popolazione italiana è migratrice sebbene dagli anni '70 alcuni gruppi svernino in Pianura Padana.
Sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA (ex INFS) la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia è stata stimata di 300-500 individui per il periodo 1991-2000, concentrati principalmente alle foci del Po, nelle Valli d'Argenta e in Laguna di Venezia (Brichetti e Fracasso 2003); per lo stesso periodo la popolazione regionale ne rappresenta una parte significativa (19-32%).
Per la Regione Mediterranea ed Africa subsahariana è stata stimata una popolazione di 61.000-97.000 individui, svernanti principalmente in Africa, per cui le Nitticore svernanti in Emilia-Romagna ne rappresentano una frazione trascurabile.
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA Specie estiva nidificante, migratrice regolare e parzialmente svernante.Per l’Emilia-Romagna sono state rilevate 3.000-3.300 coppie in 22 colonie nel periodo 1994-1997 (Foschi e Tinarelli 1999) e 2.858-2.923 coppie nel 2001-2002 con un trend della popolazione in diminuzione (archiv. AsOER); quest’ultimo censimento ha permesso di rilevare complessivamente 28 garzaie: 1 nel Piacentino con 25 nidi, 5 nel Parmense con 856 nidi, 2 nel Reggiano con 215 nidi, 4 nel Modenese con 110-140 nidi, 6 nel Bolognese con 214 nidi, 8 nel Ferrarese con 1.218-1.238 nidi, 1 nel Ravennate con circa 200 nidi e 1 nel Riminese con 30-35 nidi.
Per gli anni successivi sono disponibili dati aggiornati solo per alcune garzaie del Bolognese, Ferrarese e Modenese (archiv. AsOER) e del Parco del Delta del Po (Volponi 2009).
L’andamento della consistenza della popolazione nell'arco dell'anno è stato documentato nel 1992 per il territorio della provincia di Bologna (Boldreghini et al. 1995) ed è rappresentativo dell’andamento annuale della popolazione regionale e mostra un picco delle presenze nella seconda metà di giugno e nella prima di luglio e il minimo nei mesi invernali.
Nel periodo 1994-2009 la Nitticora ha svernato in Regione con un numero di esemplari oscillante tra 8 (1995) e 122 (2007), con ampie fluttuazioni interannuali. La Nitticora risulta inoltre concentrata in pochi siti; per l’intero periodo sono noti solo 12 siti che hanno ospitato almeno l’1% della popolazione svernante in Regione: recentemente, poi, solo 2 siti hanno ospitato fino ad oltre l’85 % degli esemplari svernanti (Val Campotto - FE e Vallette di Ostellato - FE).
L’analisi dei dati per il periodo 2000-2009 indica un decremento pari all’8% annuo (I.C. 0-16%) statisticamente però non significativo.
La specie rientra tra quelle per le quali i valori rilevati durante i censimenti invernali sono solitamente molto al di sotto della consistenza reale a causa della presenza di individui anche al di fuori delle zone umide censite (lungo i corsi d’acqua) e/o di difficoltà di censimento (zone umide con densa copertura vegetale che impedisce il censimento esaustivo degli individui presenti, elusività degli individui presenti). Frequenta ambienti d'acqua dolce sia naturali che artificiali e si alimenta preferibilmente al crepuscolo e di notte in relazione al tipo ed alla disponibilità delle prede. Nidifica in un’ampia gamma di ambienti (boscaglie ripariali, canneti, boschi, anche di parchi, e pioppeti artificiali). Il numero e le dimensioni delle colonie dipendono principalmente dalla disponibilità di zone di alimentazione e dalle caratteristiche ecologiche e strutturali dei siti di nidificazione. Generalmente la preferenza è attribuita a boschi igrofili di medio fusto soprattutto se isolati da canali o da specchi d'acqua che riducono le possibilità di disturbo e l'impatto dei predatori. Può nidificare anche in cespuglieti e canneti.
In Emilia-Romagna le colonie sono situate in gran parte su vegetazione arboreo-arbustiva, spesso in associazione con Garzetta, e sono in media costituite da un minor numero di coppie rispetto a quelle della Pianura Padana centro-occidentale.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: NT Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 2.858-2.923 coppie nel 2001-2002 (archiv. AsOER).
Popolazione svernante: 32-122 (81) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER). Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione riproduttiva regionale costituisce oltre il 20% di quella nazionale.
La popolazione svernante in Emilia-Romagna nel 1994-2000 equivale ad oltre il 30% circa di quella italiana del periodo corrispondente. Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente insoddisfacente.
Confrontando i dati dei vari censimenti nazionali compiuti dagli anni ‘80 ed i dati rilevati successivamente si riscontra una buona stabilità della popolazione per periodi di 5-10 anni; sono state rilevate invece notevoli variazioni nel numero di coppie delle singole colonie dovute a probabili fattori endogeni alla dinamica di popolazione della specie e soprattutto al disturbo causato da tagli parziali o totali della vegetazione nonché talvolta dalla trasformazione dei siti di nidificazione.
Quasi il 100% della popolazione regionale nidificante e il 90% della popolazione svernante sono all’interno di siti Natura 2000. Circa il 10% della popolazione nidificante è concentrata nel Parco Regionale del Delta del Po e in altre aree protette regionali. Il 50-70% della popolazione regionale migratrice e/o svernante è all’interno del Parco Regionale del Delta del Po. Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa) poiché la popolazione europea è relativamente piccola ed è stata soggetta a decremento nel periodo 1970-1990; nel periodo 1990-2000 la popolazione non ha recuperato il livello precedente (BirdLife International 2004).
PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti noti per la specie sono:
- il disturbo antropico nei siti di nidificazione,
- gli abbattimenti illegali in alcune zone destinate soprattutto all’itticoltura,
- il degrado e la riduzione delle zone idonee per l’alimentazione a causa della riduzione/scomparsa di piccoli pesci e anfibi e della semplificazione delle comunità vegetali determinata dall’eccessiva eutrofizzazione, dalla Nutria, da interventi di controllo della vegetazione durante il periodo riproduttivo,
- la distruzione e la trasformazione dei siti di nidificazione (sfalcio e incendio dei canneti, taglio di alberi e arbusti e variazioni del livello dell’acqua durante il periodo riproduttivo) e in particolare delle aree boscate presenti nelle golene dei fiumi per praticarvi la pioppicoltura intensiva,
- la collisione con i cavi di linee elettriche a media tensione,
- la morte per intrappolamento in reti di copertura di bacini per l’itticoltura intensiva.
MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- assicurare che i soggetti responsabili della gestione delle acque prevedano la conservazione dei canneti e della vegetazione ripariale durante il periodo riproduttivo nell’ambito dei loro interventi ordinari e straordinari,
- ripristinare e gestire zone umide con condizioni ambientali favorevoli per la specie,
- assicurare la conservazione dei canneti esistenti,
- assicurare la conservazione e il ripristino di complessi forestali, anche minori di 1 ettaro, in prossimità di zone umide idonee all’alimentazione,
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione,
- prevenire e reprimere gli abbattimenti illegali,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione,
- controllare la presenza della Nutria,
- mettere in sicurezza le linee elettriche che insistono in contesti critici e definire disciplinari per la realizzazione di nuove linee elettriche o per l’ammodernamento di quelle preesistenti,
- applicare le metodologie standardizzate sviluppate per censire la popolazione nidificante e decidere la frequenza del monitoraggio.
Per il censimento della popolazione nidificante è necessario individuare le colonie (garzaie), usate spesso anche da altre specie. Nelle colonie plurispecifiche la valutazione della consistenza dei nidi deve essere effettuata secondo le tecniche standardizzate riportate in letteratura.
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
04/08/2018
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Bacino di valle
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Maselli Mirco
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1 individuo - bacino in disseccamento
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05/08/2006
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Bacini
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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Censimento acquatici 2006-2007
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24/07/2006
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Bacini
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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Censimento acquatici 2006-2007
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01/01/2004
28/02/2007
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OASI (in generale)
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Tinarelli Roberto (Ecosistema)
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presenza regolare in periodo post riproduttivo
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