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Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758)
Falco di palude

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: Accipitridae
Già Falco Aeruginosus Linnaeus, 1758. Specie politipica. Nel Paleartico si riconoscono tre sottospecie. La ssp. aeruginosus (Linnaeus, 1758) è presente in Europa, in Asia fino alla Mongolia e al Lago Baikal. La ssp. harteri (Zedlitz, 1914) è presente nel Nord Africa e in parte della Spagna meridionale. La ssp. spilonotus (Kaup, 1847) si trova in Asia a oriente della sottospecie nominale. Nella restante parte dell'areale sono distinte altre cinque sottospecie (Cramp & Simmons 1980).
In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Risulta essere la più grande fra le albanelle; rapace di medie dimensioni e con ali e coda lunghe.
Specie con spiccato dimorfismo sessuale (femmina anche leggermente più grande). Abito riproduttivo del maschio caratterizzato da colorazione complessiva marrone-rossiccia con capo e petto color crema, coda grigia; iride ambra, becco nero con base grigiastra, cera e zampe gialle. Femmina di colore marrone-rossiccio uniforme con gola, vertice e petto da bianco a crema, come le piccole copritrici del sopra-ala; mascherina scura. Nei giovani l’aspetto complessivo è molto simile a quello della femmina adulta ma con colorazione più cupa e con parti chiare tendenti al fulvo-dorato; iride bruno-scuro.
In volo, le parti inferiori del maschio adulto sono molto chiare in contrasto con l’estesa parte nera dell’apice dell’ala e con la parte posteriore del corpo bruna; da sotto l’ala della femmina è chiara, con macchiettature sulle copritrici. Parti superiori del maschio suddivise in tre colori: nere le “dita” (parte finale delle remiganti), bruno chiaro il dorso e le copritrici alari, ocra il capo e parte anteriore dell’ala; femmina con caratteristica sfumatura rossiccia della coda e copritrici della parte anteriore del sopra-ala color crema. Parti inferiori del giovane tutte scure; osservato da sopra, coda bruno scuro come il dorso e ali superiormente di colore bruno uniforme.
Simile a Milvus migrans per colore e dimensioni; visti da sopra i giovani somigliano ad individui scuri di Aquila pennata.
Specie da solitaria a moderatamente gregaria anche in migrazione; a volte in gruppi più consistenti, anche con altri Circus, in dormitori comuni. Volo con battute piuttosto pesanti ed improvviso arresto in caccia; volteggi e planate con ali decisamente rialzate a V. Caccia in volo a abssa quota, esplorando la vegetazione erbacea. Quando occasionalmente pesca immerge solo gli artigli. Cacia all’agguato, posato su bassi posatoi. Riposa abitualmente sul terreno, tra la vegetazione erbacea.
Cattura in genere prede di peso inferiore ai 500 g, altrimenti si tratta di prede ferite o animali già morti (Tiloca 1987). Si alimenta principalmente di nidiacei di uccelli acquatici e piccoli mammiferi rinvenuti nei medesimi ambienti; in misura inferiore di anfibi, rettili, pesci e insetti (dati bromatologici derivati da Moltoni 1937, 1948). In Italia tra gli uccelli predilige Podiceps sp., Anas sp., Fulica atra, Gallinula chloropus e talvolta Sturnus vulgaris e altri Passeriformi. Tra i mammiferi sono stati ritrovati i resti di Arvicola terrestris, Sorex sp. e Mus sp.. E' stata sovente riscontrata una diversa composizione nella dieta tra i membri di una coppia, sia per la tipologia di prede che per la dimensione. La dieta fuori del periodo riproduttivo è poco conosciuta, ma verosimilmente non dissimile da quella estiva.
Specie nidificante in Italia. Nidifica in zone umide di acqua dolce o salmastra, costiere ed interne. La deposizione avviene fra metà marzo e maggio, max. aprile. Le uova, 3-6 (2-8), sono di color blu o verde pallidi, raramente picchiettate di rosso. Periodo di incubazione di 31-38 giorni.
La longevità massima registrata risulta di 16 anni e 8 mesi.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione paleartico-paleotropicale-austalasiana. In Europa l’areale riproduttivo della specie si estende dalla Scandinavia alla Grecia e dalla Spagna alla Turchia; manca in Islanda e Irlanda ed è rara in Gran Bretagna. Nella maggior parte dell’Europa centro-occidentale è quasi scomparso nell’ultimo secolo a causa delle persecuzioni e della distruzione dell’habitat. Negli ultimi decenni il declino si è arrestato e vi è stato un rapido incremento, ancora in corso. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa indica 93.000-140.000 coppie concentrate prevalentemente in Russia (40.000-60.000 cp), Ucraina (13.800-23.600 cp), Bielorussia (6.000-9.000 cp), Polonia (6.500-8.000 cp), Germania (5.500-8.400 cp) e Ungheria (5.200-6.700 cp) (BirdLife International 2004). L’areale di svernamento della popolazione europea comprende l’Europa occidentale e meridionale e l’Africa.
In Italia nidifica soprattutto nella pianura Padano-Veneta e nelle zone costiere della Toscana e della Sardegna. Per gli anni ’80, sulla base di censimenti locali e stime a livello regionale, risultava una popolazione di 70-100 coppie (Martelli e Parodi 1992) aggiornata a circa 300 coppie per il 2000-2004, con trend della popolazione in incremento (Martelli e Rigacci 2005). La consistenza della popolazione svernante presente in gennaio in Italia è stata stimata, sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA (ex INFS), di 800-1.000 individui per il periodo 1991-2000 (Brichetti e Fracasso 2003).

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante.
In Emilia-Romagna, dopo il quasi totale sterminio avvenuto negli anni ‘60 e ‘70, la specie è tornata a nidificare in numerose zone umide soprattutto della pianura orientale. Per gli anni ‘80 Chiavetta (1992) ha stimato una popolazione nidificante di 20-40 coppie. Negli anni ‘90 vi è stato un generale incremento della popolazione nidificante. Nel Bolognese la popolazione è passata da 3 coppie in 3 siti nel 1984 a 9-11 in 10 siti nel 1994 (Tinarelli 1995), per il 1998-1999 sono state stimate 10-15 coppie in 12 siti (Martelli in Tinarelli et al. . Nel Modenese la popolazione è passata da 1 coppia nel 1989 nelle Valli di Mirandola a 4 coppie nel 1995 in tre siti (Giannella et al. 1996). In provincia di Parma 1 coppia ha nidificato, probabilmente per la prima volta, nel 1996 presso Samboseto in una zona umida creata ex novo. Per il periodo 1995-1997, sulla base di indicazioni di nidificazioni certe e probabili, sono state stimate 18-22 coppie/nidi nel Ferrarese, principalmente nelle zone umide costiere e nelle zone umide contigue e interne della bonifica del Mezzano, e 6-10 coppie/nidi nelle zone umide costiere del Ravennate. Complessivamente la popolazione nidificante in Emilia-Romagna nel periodo 1994-1997 è stata valutata in almeno 42-50 coppie (Foschi e Tinarelli 1999); per il periodo 2002-2004 sono state stimate 35-52 coppie da Martelli e Rigacci (2005), con trend della popolazione complessivamente stabile ma con marcate fluttuazioni locali. E’ inoltre una delle specie che ha immediatamente frequentato le zone umide realizzate e gestite mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie nidificando anche con successo in alcune di esse grazie al divieto di effettuare trinciature e sfalci fino ad agosto. La popolazione nidificante stimata nelle zone umide ripristinate attraverso l’applicazione di misure agroambientali è stata di 5-9 coppie nel 2002-2003 pari al 12-18% della popolazione regionale (Marchesi e Tinarelli 2007). Durante le migrazioni, tra marzo e maggio e in agosto-ottobre, la specie è presente in numerose zone umide di tutta la regione mentre come svernante è localizzata nelle zone umide costiere del Ferrarese e Ravennate con discreta presenza anche nell’interno nelle zone umide ripristinate del Bolognese e Modenese. La popolazione svernante mostra dopo il 2000 un incremento in parte dovuto a migliorata tecnica di censimento ma comunque parallelo al trend delle popolazioni europee. Fino al 1999 la popolazione svernate era compresa tra 40 e 80 individui; nel periodo 2000-09 è risultata quasi costantemente superiore ai 100 individui ma il trend evidenzia un moderato declino, pari al 2% annuo (I.C. 0-4%) (Bonora 2010).
La metodologia dei censimenti IWC è insoddisfacente per il censimento di questa specie che trascorre la notte in dormitori comuni in poche zone umide con estesi canneti e si disperde a largo raggio al mattino, alimentandosi anche in seminativi, incolti ed argini di canali in aree agricole che non vengono censite. Infatti censimenti mirati al tramonto rilevano dormitori di diverse decine di individui (ad esempio nelle Valli di Argenta, Valle Mandriole, Valle Zavelea, Vallette di Portomaggiore) quando invece i normali censimenti IWC non mostrano concentrazioni di più di 10 individui anche nelle zone umide a maggior presenza della specie.
La popolazione svernante italiana (dati ISPRA 1991-2000) è intorno a 800-1.000 individui insediati in un elevato numero di siti, tra cui quelli dell’Alto Adriatico ospitano circa un quarto degli effettivi. La popolazione svernante in Emilia-Romagna censita nel periodo 1994-2006 rappresenterebbe quindi il 7-8% circa di quell’italiana; un terzo delle zone umide regionali censite risultano occupate da almeno un individuo.
Per la nidificazione la specie predilige le zone umide sia d’acqua dolce sia salmastre, aventi una superficie maggiore di 5 ha, con sufficiente estensione dei canneti sia asciutti sia allagati nei quali costruisce i nidi . Talvolta può nidificare anche in zone coltivate a cereali con piccoli canneti lungo i fossi e persino in bacini di 1-2 ettari situati in aree ricche di prede come risaie e zone coltivate di recente bonifica con un fitto reticolo di fossati e canali. Al di fuori del periodo riproduttivo frequenta tutte le tipologie di zone umide, le zone permanentemente inerbite e le vaste aree coltivate a seminativi. Durante la migrazione è riscontrabile in una grande varietà di ambienti, anche a quote elevate. In Italia predilige svernare nelle lagune dell'Alto Adriatico e nella fascia maremmana.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: EN (D)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 35-52 coppie per il periodo 2002-2004 (Martelli e Rigacci 2005).
Popolazione svernante: 103-111 (108) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce il 12-15% di quella italiana.
La popolazione svernante in Emilia-Romagna censita nel periodo 1994-2006 rappresenta il 7-8% circa di quella italiana.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente insoddisfacente.
La popolazione riproduttiva regionale costituisce circa il 15% di quella nazionale.
Circa il 40% della popolazione nidificante e almeno il 50% di quella migratrice e svernante è concentrata nel Parco Regionale del Delta del Po.
Il 90% della popolazione regionale nidificante e almeno il 70% di quella svernante è all’interno di siti Natura 2000. A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna i principali fattori limitanti per la specie sono costituiti durante il periodo riproduttivo dal disturbo antropico e da interventi di controllo (sfalcio, trinciatura, incendio) dei canneti che distruggono i nidi, da interventi di gestione delle zone umide che impediscono la formazione di canneti maturi e da abbattimenti illegali; localmente, uno dei fattori limitanti prioritari rimane ancora l’uso di bocconi avvelenati; sono state rilevate anche perdite di individui per collisione con autoveicoli, soprattutto in corso di alimentazione su cadaveri di animali investiti in strada. In bibliografia sono riportati anche l’avvelenamento da piombo conseguente all’ingestione di uccelli morti o feriti sparati e la realizzazione di centrali eoliche in aree di alimentazione e transito. La specie è considerata estremamente sensibile al rischio di elettrocuzione e collisione con linee elettriche (Penteriani 1988).

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- conservare e gestire la vegetazione delle zone umide e in particolare i canneti in cui la specie nidifica in modo da assicurare il successo riproduttivo,
- ripristinare e gestire zone umide con canneti idonei alla sosta e alla riproduzione,
- limitare il disturbo venatorio nelle zone più idonee alla sosta durante le migrazioni e lo svernamento,
- contrastare l’uso illegale di bocconi avvelenati,
- predisporre un programma operativo efficace per il superamento dell’uso dei pallini di piombo nelle cartucce utilizzate per la caccia,
- la realizzazione di eventuali nuove linee elettriche a media tensione e la trasformazione di quelle esistenti a tre conduttori distinti in linee con cavo elicord,
- prevenire la realizzazione di centrali eoliche in aree di nidificazione, alimentazione e transito.
Il censimento delle coppie nidificanti non è agevole e richiede una buona conoscenza del comportamento della specie; i nidi sono in genere situati in aree difficilmente raggiungibili.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presenza irregolare durante le migrazioni

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