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Circaetus gallicus (J. F. Gmelin, 1788)
Biancone

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: Accipitridae
Specie monotipica. Le popolazioni più orientali erano un tempo ascritte alla ssp. heptneri (Dementiev 1932) ma attualmente non sono riconosciute come sottospecie.

CARATTERISTICHE
Aquila molto massiccia, di medio-grandi dimensioni, testa grossa e tondeggiante ed occhi piuttosto grandi.
Specie con lieve dimorfismo sessuale. Abito riproduttivo caratterizzato da colorazione nettamente bicolore, bruna superiormente con cappuccio scuro e pressoché bianca inferiormente con macchiettature scure sul petto a volte assenti; iride giallo-arancio, cera e becco grigi, zampe giallo-bluastre; capo, gola ed alto petto bruno chiaro o sfumato di grigio nel maschio, bruno scuro nella femmina; ventre e sotto-ala bianchi nel maschio, con macchie marcate nella femmina. Nei giovani la colorazione complessiva è molto simile a quella dell’adulto ma sono privi di cappuccio scuro ed hanno barrature rossicce-fulve; iride giallo pallido.
In volo, le parti inferiori dell’adulto presentano un’aspetto macchiettato o barrato sul sotto-ala in contrasto con gola ed alto petto nettamente più scuri; coda con 3-4 barrature strette e distanziate. Parti inferiori del giovane bianche o con poche macchie rossiccie; sotto-ala molto chiaro; capo con cappuccio rossiccio ma gola chiara.
Simile a Pandion haliaetus ma con disegno di sotto-ala, capo e coda diversi; distinguibili da individui molto chiari di Pernis apivorus e Buteo buteo per le maggiori dimensioni e per le parti terminali delle remiganti scure solo sul bordo.
Specie solitaria anche durante le migrazioni; a volte in gruppi di pochi individui della stessa specie, più spesso con altri rapaci. Volo con battute lente e piuttosto pesanti; in volteggio ali piatte, in planata ali spinte in avanti e leggermente arcuate. Effettua spesso lo “spirito santo” con battiti d’ala quasi rotatori, coda aperta e zampe pendenti. Caccia planando lentamente anche a quote piuttosto alte, esplorando il terreno attentamente con latesta rivolta verso il basso e con frequenti soste in “spirito santo”. La picchiata può essere diretta o a tappe se la preda scompare dalla sua vista. La caccia può essere anche all’agguato in caso di condizioni atmosferiche sfavorevoli.
Specie stenofaga, si nutre prevalentemente di Colubridi. Sui Monti della Tolfa la dieta è risultata composta da 16 specie di vertebrati, con l'82.3% rappresentato da Ofidi (Coluber viridiflavus, Elaphe quatuorlineata, Elaphe longissima, Natrix natrix, Vipera aspis). Nel Lazio centrale Chiavetta (1981) ha rinvenuto sui nidi resti di Coluber viridiflavus (85%), Natrix natrix (10%), Elaphe longissima, lucertole e micromammiferi (5%). Vengono catturati in media 1-2 serpenti di media dimensione (fino a 1 m in Europa).
Specie nidificante in Italia. Nidifica in zone boscate intervallate ad aree aperte sabbioso o rocciose. La deposizione avviene fra fine marzo e aprile. L’uovo è di color bianco. Periodo di incubazione di circa 45-47 giorni.
Non esistono dati significativi riguardanti la longevità massima.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione paleartico-orientale. L’areale riproduttivo comprende gran parte del Paleartico e nel settore occidentale copre un’ampia fascia dell’Europa meridionale, del Nord Africa e del Medio Oriente. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa indica 8.400-13.000 coppie concentrate prevalentemente in Francia (2.400-2.900 cp), Spagna (2.000-3.000 cp) e Turchia (1.000-1.500 cp) (BirdLife International 2004). Le popolazioni del Paleartico occidentale svernano principalmente nelle savane a sud del Sahara.
L’areale riproduttivo in Italia è frammentato e i due nuclei principali sono rappresentati dalla Maremma tosco-laziale e da una vasta porzione delle Alpi occidentali comprendente Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta; altre aree sono le Prealpi centro-orientali, l’Appennino settentrionale, il Molise, il Gargano, il Cilento, la Basilicata e la Calabria. Le scarse informazioni sulla distribuzione e sulla densità delle coppie nidificanti rendono difficile stimare la popolazione riproduttrice; la stima più recente è di 350-400 coppie per il periodo 1995-2002 (Brichetti e Fracasso 2003). In Sicilia sono segnalati regolarmente alcuni casi di svernamento.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie migratrice regolare, nidificante parziale. È presente da marzo a settembre. L’areale riproduttivo potenziale e l’osservazione di individui in periodo riproduttivo interessa tutta la fascia appenninica al di sotto dei 1.000 m s.l.m. ma la nidificazione è stata accertata solo nelle province di Piacenza e Parma. A Parma sono state individuate due coppie nel 1990 in rimboschimenti di Pinus nigra a quote di 800-1.000 m. s.l.m; successivamente sono stati localizzati fino a 7 territori riproduttivi in comprensori di media montagna (Ravasini 1995). A Piacenza è riportata la presenza di 2-7 coppie in ambienti collinari e di bassa montagna dove i rimboschimenti artificiali di Pinus nigra rappresentano il sito di nidificazione usuale (Ambrogio et al. 2001; Battaglia 2002).
L’intera fascia collinare dell’Emilia-Romagna tra Reggio e Rimini è interessata dalla presenza di estivanti, per lo più subadulti, di cui non si è accertata finora attività riproduttiva (Premuda e Bagni 2003; Ceccarelli 2003). In provincia di Bologna sono presenti mediamente oltre 10 individui che frequentano vallate aperte caratterizzate da calanchi e pascoli tra il torrente Idice e il fiume Santerno. Si possono osservare voli territoriali e apparenti comportamenti di corteggiamento, senza che siano state riscontrate nidificazioni. Sono stati osservati fino a 7 individui, prevalentemente immaturi, in un dormitorio comune occupato per più anni successivi (Premuda 2004). Più ad est la presenza è regolare tra le valli di Senio-Marzeno-Samoggia ed ancora più ad est nelle basse colline tra Bidente-Savio e Marecchia. Osservazioni regolari in giugno-agosto sono riportate anche per la pianura bolognese centro-orientale.
Può essere confermata per il periodo 1995-2000 la stima di meno di 20 coppie riportata da Chiavetta (1992). E’ opportuno un aggiornamento dei dati su distribuzione e consistenza della popolazione regionale.
I flussi migratori attraverso la regione sono definiti scarsi e dell’ordine di 300 individui (Chiavetta, 1992), valore probabilmente sovrastimato. Le vie principali di migrazione infatti interessano l’Italia peninsulare lungo la costa Tirrenica con un passaggio di molte centinaia di individui (Agostini et al. 2004) mentre il flusso lungo la costa Adriatica è trascurabile (Borioni1993; Pandolfi e Sonet 2006).
Frequenta per la riproduzione essenzialmente zone aride ed aperte dell’Appennino, caratterizzate da un’elevata eterogeneità del paesaggio, con affioramenti rocciosi, calanchi, arbusteti e pascoli, ambiente elettivo dei rettili che costituiscono la base della sua dieta. Per la nidificazione frequenta boschi più o meno ampi e compatti sebbene possa anche costruire il nido su roccia. Alcuni individui estivanti frequentano anche le zone umide e le superfici con prati e arbusteti realizzate nella pianura bolognese su seminativi ritirati dalla produzione attraverso l’applicazione di misure agroambientali, caratterizzate da elevate densità di rettili.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: CR (D)
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 10-20 coppie per il periodo 1995-2000.
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante in Emilia-Romagna costituisce il 3-5% di quella italiana.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente soddisfacente. La popolazione riproduttiva regionale costituisce oltre il 5% di quella nazionale. Nei siti della rete Natura 2000 la specie è segnalata dalla Banca Dati Natura 2000 della RER come migratrice in 14 e nidificante in 4. E’ riportata in un ulteriore sito del Bolognese come migratrice (Ecosistema 2007). Il 20% della popolazione regionale nidificante è all’interno di siti Natura 2000. E’ assente come nidificante nelle Aree Protette Regionali. Specie classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa); la popolazione europea è piccola e sostanzialmente stabile o in incremento nonostante la diminuzione della popolazione chiave in Turchia (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In bibliografia sono riportati come fattori limitanti per la specie:
- la presenza di linee elettriche, specialmente quelle a media tensione, che causano elettrocuzioni e collisioni nelle quali periscono soprattutto giovani dell’anno ai loro primi voli,
- il taglio e l’incendio dei boschi durante il periodo riproduttivo,
- le trasformazioni agricole e gli interventi selvicolturali che comportano una diminuzione degli habitat idonei per i rettili,
- la realizzazione di centrali eoliche in aree di alimentazione, nidificazione e transito.
Per alcuni siti di riproduzione e idonei alla riproduzione è segnalata come minaccia anche il disturbo antropico causato da cacciatori di selezione, curiosi, fotografi.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
Le azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- conservare le superfici permanentemente inerbite in collina,
- realizzare le operazioni di taglio e gestione dei boschi al di fuori del periodo riproduttivo (da metà agosto a marzo),
- realizzare eventuali nuove linee elettriche a media tensione e trasformare quelle esistenti a tre conduttori distinti in linee con cavo elicord,
- adottare metodi di coltivazione con un uso di pesticidi basso o nullo,
- contenere il disturbo antropico nei siti di riproduzione e nei siti idonei alla riproduzione,
- prevenire la realizzazione di centrali eoliche in aree di nidificazione, alimentazione e transito.
Specie facilmente rilevabile e identificabile. La presenza di numerosi individui solo estivanti può indurre una sovrastima delle coppie nidificanti.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) presenza irregolare in periodo estivo

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