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Argiope bruennichi (Scopoli, 1772)
Ragno vespa

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Arthropoda
Classe: Arachnida
Ordine: Araneae
Famiglia: Araneidae
Sinonimi: Epeira fasciata Walckenaer, 1841
Tra il ‘700 e inizio ‘800, dopo le prime osservazioni di Giovanni Antonio Scopoli, molti autori hanno descritto con nomi diversi questa specie, spesso senza produrre disegni o con descrizioni molti brevi e generiche. Nel 1826 viene descritta come Argiope fasciata e inserita nel nuovo genere Argiope da Audouin: sono molte le altre sinonimie in quel periodo, come Epeira fasciata Walckenaer, 1841, Nephila fasciata C. L. Koch, 1844, Nephila transalpina C. L. Koch, 1838 e di conseguenza risulta confusia la posizione tassonomica della specie. Dal 1873 comunque Argiope bruennichi diviene il nome specifico assegnato da Thorell nella sua forma stabile

CARATTERISTICHE
Argiope bruennichi presenta un aspetto decisamente appariscente tra l’araneofauna italiana, sia per la livrea coloratissima che per le sue dimensioni.
Il cefalotorace ha forma simile a quello degli altri Araneidae e si presenta vellutato, con un’intensa colorazione bianca che, alla luce del sole, lascia intravedere dei riflessi argentei.
Il pattern dorsale è molto caratteristico ed è costituito da un alternarsi di striature trasversali bianche, gialle e nere. Queste possono essere più o meno irregolari, sottili o più spesse, come la tonalità del giallo può essere più o meno marcata in funzione dello stadio di accrescimento o della popolazione.
Ventralmente, sterno e addome appaiono di colorazione nerastra solcati da bande gialle che decorrono longitudinalmente. Le zampe, lunghe e irte di spine nere, sono generalmente chiare a livello del femore e assumono una caratteristica anellatura nera molto marcata negli altri segmenti.
Le femmine adulte possono raggiungere i 2 cm di corpo (5 cm con le zampe distese) e sono nettamente più grandi dei maschi, che non superano invece i 7-8 mm di corpo; nelle popolazioni dell’Europa settentrionale solitamente si osservano esemplari di dimensioni inferiori.
I maschi adulti presentano un addome più affusolato e sono privi della colorazione ad alto contrasto tipica delle femmine, mantenendo una livra meno vistosa, simile a quella bianco-gialla-marrone degli esemplari giovani.
La si può distinguere facilmente dalle specie congeneriche europee facendo attenzione alla mancanza delle tipiche lobature addominali di Argiope lobata e all’anellatura delle zampe meno fitta che in Argiope trifasciata.
Dove presente è facile da incontrare anche se, inizialmente, l’individuazione risulta difficoltosa a causa della sua ottima capacità mimetica tra il chiaroscuro e i giochi d’ombre della vegetazione. Non è raro trovare più esemplari nel giro di pochi metri quadri, specialmente quando si tratta di esemplari giovani.
Se aggredita mette in atto una strategia difensiva molto particolare: rimanendo al centro della tela, le imprime un movimento oscillatorio molto rapido per un tempo che può variare dai 15 ai 30 secondi. Se questa tattica di dissuasione non ha effetto sceglie allora la fuga, lasciandosi cadere tra la vegetazione sottostante e rimanendoci fino a che la minaccia sarà cessata. A questo punto, con un filo di sicurezza tessuto durante la caduta, potrà facilmente risalire con rapidità fino al centro della ragnatela.
Caccia durante il giorno tramite una grande ragnatela di forma orbicolare, dal diametro di oltre 30 centimetri, formata da numerosi raggi tenuti assieme da strette spire. I filamenti di tela sono ricoperti da minuscole goccioline adesive. La zona centrale mostra sempre un infittirsi della tramatura e spesso è presente lo stabilimentum, una tipica e misteriosa struttura formata da seta bianchissima e compatta.
Costruisce la ragnatela ancorandola tra l’erba alta, prevalentemente in prossimità del terreno e più raramente tra siepi o rovi. La si può osservare stazionare sempre al centro dell’orbicolo, nella sua posizione tipica con zampe distese a coppie, dal quale non si sposta mai se non quando viene disturbata da un predatore o dagli agenti atmosferici. A differenza di altri Araneidae infatti non costruisce ripari a lato della tela, né si rifugia tra la vegetazione durante le ore di buio.
Si nutre principalmente di ortotteri ma non disdegna altre tipologie di insetti come ditteri, lepidotteri o anche grandi coleotteri volanti che riesce a catturare grazie alla particolare robustezza della sua tela. Quando una preda rimane intrappolata, inizialmente il ragno la avvolge emettendo dalle filiere una grande quantità di seta, ed in seguito, dopo averla morsa ripetutamente, la trasporta al centro della ragnatela per cibarsene comodamente. Questa sequenza di comportamenti può però variare in funzione dell’invertebrato da immobilizzare: è stato visto ad esempio che insetti molto mobili come le farfalle vengono prima morsi per paralizzarli e solo dopo avvolti. Da alcune osservazioni poi si evince che gli imenotteri aculeati, ad esempio, vengono catturati e immobilizzati sfruttando grandi quantità di tela invece che il morso, e che il ragno tende a non avvicinarsi troppo all’insetto fino a quando quest’ultimo non risulta del tutto inoffensivo. Sembrerebbe pertanto che Argiope sia in grado di valutare e riconoscere la potenziale pericolosità della preda; talvolta quest’ultima, ormai inerme e ricoperta di seta, viene lasciata appesa alla ragnatela così che il ragno possa cibarsene in secondo momento. Durante la notte eventuali porzioni di ragnatela danneggiata dall’attività diurna verranno ricostruite.
Argiope bruennichi è specie stagionale e pertanto compie il suo intero ciclo vitale nell’arco di un anno. In Italia lo sviluppo dei giovani ai primi stadi di accrescimento e la loro dispersione avviene con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Lo sviluppo procede nei mesi più caldi fino all’estate quando – nei mesi di giugno, luglio e agosto – gli esemplari maschi maturano.

Gli accoppiamenti hanno luogo solitamente nei mesi di agosto e settembre senza particolari rituali di corteggiamento: il maschio si avventura cautamente sulla ragnatela della femmina e, dopo averla fecondata, finisce spesso per diventarne preda.
Se la femmina è recettiva accoglie tranquillamente il partner maschile, assumendo una posizione consona all’inserimento dei bulbi nelle aperture genitali. Durante la copula però la femmina può manifestare aggressività e tentare di avvolgere il maschio con della tela come farebbe con una preda; i maschi aggrediti, se non rimangono subito immobilizzati, perdono solitamente qualche zampa tentando la fuga e, dopo essersi ripresi, tornano nuovamente dalla femmina. Il secondo atto copulatorio è quasi sempre fatale per il maschio debilitato e, non a caso, sulla tele delle femmine adulte è comune trovare maschi morti e appesi alla ragnatela.
Dopo circa tre settimane, durante le ore notturne, la femmina costruisce da uno a tre ovisacchi in base alle condizioni climatiche e fisiologiche. Questi sono facilmente riconoscibili nella loro forma a palloncino, ricoperti di seta marrone dalla consistenza cartacea; vengono ancorati al riparo della vegetazione nei pressi della ragnatela e mimetizzati applicando screziature di seta verde scura o marrone sulla superficie sferica. Il diametro di ogni sacco può arrivare a 3 cm e può contenere fino a 400 uova.
Il ciclo vitale del ragno adulto si conclude pertanto con l’arrivo del freddo, dalla fine di settembre in poi.
I piccoli si svilupperanno durante l’inverno e rimarranno all’interno dell’ovisacco fino alla primavera successiva. Una volta usciti si raggrupperanno su una tela disordinata comunitaria per effettuare una prima muta. Dopodiché, anche grazie al ballooning, si disperderanno per continuare in autonomia il loro ciclo

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione paleartica; la si può rinvenire pressoché in tutta Europa, in Nord Africa e in parte dell’Asia.
In Italia è presente in tutte le regioni comprese le isole maggiori.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Predilige praterie e declivi con erba alta, sia in zone piuttosto umide, nelle vicinanze di specchi d’acqua o canali di irrigazione, sia in zone aride della macchia mediterranea, in prossimità di litorali sabbiosi. Comune a ridosso di aree urbane, in giardini o strutture di campagna lasciate in abbandono.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
03/08/2014 Pozze recintate chiuse Andrea Serra (Ecosistema)

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