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Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758)
Cavaliere d'Italia

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Charadriiformes
Famiglia: Recurvirostridae
Già Charadrius Himantopus Linnaeus, 1758, si tratta di una specie politipica. La ssp. nominale himantopus (Linnaeus, 1758) è presente in Eurasia e Africa fino alla Mongolia a oriente e al Sud Africa a meridione; presenze fuori d'areale sono la ssp. leucocephalus (Gould, 1837) è presente in Indonesia, Nuova Zelanda e Australia; la ssp. mexicanus (Muller, 1776) nelle Americhe; la ssp. knudseni (Stejneger, 1887) nelle Isole Hawaii; la ssp. melanurus (Vieillot, 1817) nella parte meridionale del Sud America (Cramp & Simmons, 1983). In Italia è presente la sottospecie nominale.

CARATTERISTICHE
Limicolo dall’aspetto inconfondibile per le lunghe zampe sproporzionate rispetto al corpo, il capo relativamente piccolo e tondeggiante ed il becco lungo e sottile.
Specie con dimorfismo sessuale. Abito riproduttivo del maschio caratterizzato da colorazione nera nelle parti superiori e bianca con sfumature rosa in quelle inferiori; iride cremisi, becco nero e zampe rosso vivace. La femmina ha le parti superiori meno lucide con groppone e scapolari brune. Giovane con colorazione simile all’adulto ma con parti superiori bruno-seppia ed orli delle penne chiari. Iride gialla-marroncino, becco nero con base rossastra e zampe rosse con sfumature blu. In volo, visto da sopra, è ben visibile lo spazio bianco tra sopraccoda e dorso; sottoala nero con ascellari bianche. Gli individui non maturi sessualmente hanno la punta delle remiganti biancastra.
Specie facile da identificare.
Specie moderatamente gregaria durante tutto l’anno. Si muove a terra con passi lunghi ed eleganti; volo rapido e rettilineo con battute frequenti. Appare sovente associato, sia in periodo riproduttivo che durante tutto l'anno, con altre specie di Caradriformi. Si alimenta catturando le prede sia sulla superficie del fango e dell’acqua sia sul fondo delle zone umide immergendo il becco e raramente la testa. Cammina nell’acqua bassa, raramente in acqua profonda fino alla pancia.
Si alimenta prevalentemente di Insetti acquatici e altri invertebrati. Seleziona Coleotteri, Tricotteri, Emitteri, Odonati, Ditteri, Neurotteri, Lepidotteri, sia in fasi larvali che adulte. Inoltre si alimenta di crostacei, molluschi, ragni, vermi (Anellidi), uova e girini di Anfibi e piccoli pesci.
Specie nidificante in Italia. Nidifica in ambienti umidi salmastri costieri ed interni d’acqua dolce. La deposizione avviene fra metà aprile e giugno, max. maggio. Le uova, 3-4, sono di color marrone-camoscio con macchiettature nere. Periodo di incubazione di 22-26 giorni.
L'età della prima nidificazione è di 3 anni. La longevità massima registrata risulta di circa 14 anni.

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
Specie a distribuzione cosmopolita. L'areale riproduttivo nel Paleartico occidentale si estende dalle Isole di Capo Verde agli Urali e comprende l'Africa settentrionale, tutta l'Europa meridionale, parte dell'Europa centrale, i Paesi del Medio Oriente, l'Ucraina e la Russia meridionale. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 33.500-49.800 coppie concentrate prevalentemente in Spagna (14.109-15.452 cp), Turchia (5.000-10.000 cp), Russia (4.757-11.543 cp) (Thorup 2005). I quartieri di svernamento della specie sono situati principalmente a sud del Sahara e un contingente di anno in anno crescente è presente nella parte meridionale della penisola Iberica, in alcune regioni italiane e nel Maghreb occidentale.
In Italia la specie nidifica in quasi tutte le regioni ed è particolarmente diffusa nella pianura Padana. Dalla seconda metà del XIX secolo ha subito un forte declino fin quasi a scomparire come nidificante a causa sicuramente delle cacce primaverili durante le quali era considerato una delle specie più facili da abbattere; la ricolonizzazione è cominciata nel XX secolo tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 e in modo consistente dalla seconda metà degli anni ’60 quando sono state bandite le cacce primaverili. La stima più recente della popolazione italiana è di 4.300-4.900 coppie nel periodo 2001-2004 di cui circa il 50% in Emilia-Romagna, circa il 40% ripartito tra Veneto, Piemonte e Sardegna e il rimanente 10% nelle altre regioni (Tinarelli 2006); dopo le popolazioni di Spagna, Turchia e Russia quella italiana è la più importante in Europa. In Italia la popolazione nidificante ha subito marcate fluttuazioni negli anni ‘80 correlate principalmente all’andamento della superficie di zone umide disponibili di anno in anno nel Delta interno del Niger, principale area di svernamento della popolazione italiana (Tinarelli 1992).
I quartieri di svernamento delle popolazioni del Paleartico occidentale sono situati principalmente a sud del Sahara e modesti contingenti fluttuanti ma sostanzialmente crescenti negli ultimi decenni sono presenti nella parte meridionale della penisola Iberica, in alcune regioni italiane e nel Maghreb occidentale. Varie osservazioni e catture di individui inanellati indicano che i quartieri di svernamento della popolazione nidificante in Emilia-Romagna e più in generale nell’Europa occidentale sono situati in Senegal e soprattutto in Mali. La migrazione pre-nuziale avviene da marzo ai primi di giugno con un picco in aprile e quella post-riproduttiva tra fine luglio e settembre.
Sulla base dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’ISPRA la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia per il periodo 1991-2000 è stata stimata di oltre 200 individui (Brichetti e Fracasso 2004), la maggior parte dei quali in Sardegna.

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie migratrice e nidificante regolare, svernante molto localizzata. In Emilia-Romagna il Cavaliere d’Italia nidifica in tutti i tipi di zone umide di pianura, ad esclusione di quelle soggette alle maree, dimostrandosi assai opportunista nel colonizzare zone umide appena create o nelle quali si verificano condizioni ambientali temporaneamente favorevoli. Dagli anni ’80 la popolazione regionale è aumentata ininterrottamente: 350-500 coppie nel 1984-1987 (Tinarelli 1990), 1.300-1.500 coppie nel 1994-1997 (Foschi e Tinarelli 1999), 2.000-2.300 nel 2001-2004 (Tinarelli 2006).
Dati aggiornati (non completi per tutto il territorio regionale) per gli anni successivi indicano un ulteriore incremento della popolazione nidificante.
A livello provinciale le maggiori popolazioni sono nel Bolognese (950-1.050 cp), nel Ferrarese (290-340 cp), nel Ravennate (250-350 cp) e nel Modenese (200-300 cp). Nel Bolognese e nel Modenese la specie nidifica principalmente in zone umide ripristinate. In Emilia-Romagna la specie è anche migratrice con picchi dei movimenti in marzo-aprile e tra fine luglio e settembre. Presenze fino a ottobre-novembre sono abbastanza frequenti nelle zone umide costiere e lo svernamento è divenuto regolare dal 2000 nella Salina di Comacchio (1-5 ind.). Varie osservazioni e catture di individui inanellati indicano una buona fedeltà ai siti di nidificazione degli anni precedenti, frequenti immigrazioni di individui giovani da e verso altri Paesi europei e che i quartieri di svernamento della popolazione nidificante in Emilia-Romagna sono situati in Senegal e soprattutto in Mali.
Presenze fino a ottobre-novembre sono divenute abbastanza frequenti in Emilia-Romagna negli ultimi decenni nelle zone umide costiere e lo svernamento è regolare dal 1999 (10 anni su 11). Questo fenomeno coincide con un incremento senza precedenti negli ultimi 150 anni della popolazione nidificante in Emilia-Romagna.
Nel periodo 1999-2009 la popolazione svernante in Emilia-Romagna ha oscillato tra 1 e 6 individui, in genere immaturi, rilevati complessivamente in 7 siti, nelle province di Parma, Modena, Bologna e Ferrara, tra i quali la Salina di Comacchio risulta il sito frequentato con maggiore continuità (9 anni su 16).
Specie in grado di utilizzare un'ampia varietà di ambienti acquatici (naturali e artificiali), evitando tuttavia fasce marine caratterizzate da marcate fluttuazioni di marea e climi freddi. Uno spiccato opportunismo e una tendenza al nomadismo fanno sì che sia in grado di colonizzare siti temporanei.
In Emilia-Romagna frequenta tutti i tipi di zone umide di pianura, incluse le risaie e ad esclusione di quelle soggette alle maree, dimostrandosi assai opportunista nel colonizzare zone umide appena create o nelle quali si verificano condizioni ambientali solo temporaneamente favorevoli. Per la nidificazione necessita di un livello dell’acqua inferiore ai 20 cm e della presenza, anche temporanea, di zone emergenti fangose e con scarsa vegetazione su cui costruire il nido e che siano difficilmente raggiungibili da predatori terrestri. Gli ambienti preferiti per la nidificazione e nei quali si realizza mediamente il successo riproduttivo più elevato sono costituiti dalle zone umide realizzate e gestite in applicazione di misure agroambientali comunitarie, dai bacini di decantazione degli zuccherifici e dalle saline.

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: LC
Consistenza della popolazione regionale: Popolazione nidificante: 2.000-2.300 coppie nel 2001-2004 (Tinarelli 2006).
Popolazione svernante: 4-6 (5) individui per il periodo 2006-2009 (archiv. AsOER).
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: La popolazione nidificante regionale è dispersa in numerosi siti in tutte le province e costituisce quasi il 50% di quella italiana e circa il 5% di quella europea.
La popolazione svernante in Emilia-Romagna costituisce una frazione poco rilevante a livello nazionale ma è significativa a livello biogeografico poiché è la più settentrionale in Europa.
Lo stato di conservazione della popolazione regionale è complessivamente soddisfacente poiché la specie occupa pressoché tutte le zone umide idonee e sia il trend della popolazione sia il trend dell’areale sono in incremento negli ultimi dieci anni.
A partire dai primi anni ‘90 il Cavaliere d’Italia si è dimostrato una delle specie più disponibili alla colonizzazione, anche con elevate concentrazioni, delle zone umide con bassi livelli dell’acqua e superfici affioranti con vegetazione rada o nulla, realizzate e gestite mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie, dove il successo riproduttivo delle coppie nidificanti è in genere buono grazie al divieto di incrementare il livello dell’acqua e di effettuare trinciature e sfalci fino ad agosto. La popolazione nidificante stimata nelle zone umide ripristinate è stata di 550-640 coppie nel 1997-1998 (42% della popolazione regionale) e di 1.400-1.600 coppie/nidi nel 2002-2003 (70% della popolazione regionale e circa 1/3 della popolazione italiana).
Circa il 90% della popolazione regionale nidificante e il 100% di quella svernante è all’interno di siti Natura 2000. Circa il 20% della popolazione nidificante è concentrata nelle Aree Protette regionali e in particolare nel Parco Regionale del Delta del Po; il 100% di quella svernante è all’interno del Parco Regionale del Delta del Po.
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004).

PRINCIPALI FATTORI DI MINACCIA
In Emilia-Romagna il principale fattore limitante per la popolazione nidificante è costituito da improvvise variazioni del livello dell’acqua che distruggono i nidi, generalmente a causa di intense piogge, e che in saline, valli salmastre per l’itticoltura, casse di espansione e bacini di zuccherifici dipendono anche da attività produttive ed idrauliche. Altri fattori limitanti sono:
- le trasformazioni ambientali quali quelle conseguenti alla cessazione delle attività di estrazione del sale nelle saline, alla cessazione delle attività degli zuccherifici (con successiva colonizzazione della vegetazione nelle zone emergenti dei bacini),
- la realizzazione di impianti di itticoltura intensiva nelle lagune e negli stagni costieri,
- il mantenimento di alti livelli dell’acqua per scopi itticolturali in valli salmastre e altre zone umide,
- il disturbo antropico determinato da escursionisti, turisti, curiosi, fotografi e birdwatcher,
- la distruzione di nidi a causa di bestiame al pascolo,
- il sorvolo con velivoli di zone umide durante la nidificazione,
- la predazione di uova e pulcini da parte di ratti, gatti, cani e Gabbiano reale.

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE
I risultati positivi conseguiti con il ripristino e la gestione di zone umide attraverso l’applicazione di misure agroambientali comunitarie indicano che il ripristino delle zone umide e in particolare la gestione favorevole per la specie delle zone umide esistenti costituiscono le più importanti azioni di conservazione da intraprendere (Marchesi e Tinarelli 2007).
Altre azioni proponibili per la tutela della specie in Emilia-Romagna consistono nel:
- realizzare e ripristinare isole e dossi con condizioni idonee per la riproduzione della specie,
- controllare la presenza del Gabbiano reale e in particolare prevenirne l’insediamento nelle aree più vocate per la riproduzione della specie
- controllare i fattori di disturbo antropico durante il periodo di insediamento delle coppie e per tutta la riproduzione, vietando l’accesso nelle colonie durante la riproduzione,
- ridurre le sostanze inquinanti di origine civile, agricola e industriale immesse nell’acqua delle zone umide di maggiore interesse conservazionistico attraverso la realizzazione di depuratori e di ecosistemi per la fitodepurazione.
Specie facilmente identificabile. L’accertamento della riproduzione è facile grazie al caratteristico comportamento territoriale e aggressivo verso gli intrusi ma il censimento delle coppie nidificanti è reso difficile dal periodo di riproduzione particolarmente dilatato, da eventuali covate di rimpiazzo e dalle difficoltà di rilevamento dei nidi in zone con accessibilità complessivamente scarsa.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
19/06/2016 Lago maggiore Andrea Serra (Ecosistema) 4 immaturi e 1 femmina
01/01/2004 28/02/2007 OASI (in generale) Tinarelli Roberto (Ecosistema) Lista presenze gen 2004 - feb 2007

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