>> L'OASI SI PRESENTA >>
LISTA DELLE PIANTE DELL'OASI
>> AILANTHUS ALTISSIMA
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
Ailanto; Albero del Paradiso; Sommaco falso; Sommaco americano
SISTEMATICA E TASSONOMIA
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida (Rosidae)
Ordine: Sapindales
Famiglia: Simaroubaceae
CARATTERISTICHE Albero deciduo di rapida crescita, macrofanerofita che può raggiungere 20(30) m di altezza, a portamento eretto e a ramificazione espansa. Corteccia chiara, grigiastra, liscia, screpolata e longitudinalmente fessurata negli esemplari più vecchi. Rametti dell'anno bruno-rossicci, tomentosi, con numerose lenticelle e cicatrici fogliari. Gemme cupuliformi con perule finemente pubescenti. Legno giallo-chiaro, compatto, ma piuttosto leggero e fragile. La pianta emette vigorosi polloni radicali soprattutto dopo il taglio.
Foglie alterne, imparipennate, picciolate, lunghe 40-60 cm, glabre, verde-scure e lucenti, con 6-12 paia di segmenti (2-4 x 5-7 cm), ovato-lanceolati, lungamente acuminati all'apice, alla base asimmetrici e irregolarmente dentati, muniti di una ghiandola scura ad odore sgradevole se stropicciata.
Infiorescenze generalmente unisessuali, disposte in ampie pannocchie terminali di 10-20 cm, con piccoli fiori molto odorosi attinomorfi verde-giallastri di 5-7 mm, molto più numerosi nelle pannocchie maschili. Sepali 5(6), embriciati, minutissimi, di 0,8-1,6 mm. Petali 5(6), di 2,2-4,5 mm, patenti, ispidi alla base. Stami 10, con filamenti pelosi alla base, più lunghi dei petali nei fiori maschili, nei fiori femminili più corti e sterili (staminodi). Ovario supero con 5 carpelli liberi monospermi. Stili connati. Stimma pentalobato.
Il frutto è un samario (Spjut) o polisamara, schizocarpo con 1-5 monocarpi alati (samare) di 25-50 x 5-15 mm, da oblungo-lanceoati a fusiformi, di colore dal bruno rossiccio al bruno paglierino, con il seme al centro dell'ala papiracea, lunga e sinuosa con una fenditura laterale (cicatrice dello stilo). L'unico seme è appianato, con contorno ovato e colore bruno giallastro, rossastro o rosato.
Specie a impollinazione entomogama e disseminazione anemocora.
Numero cromosomico: 2n=80 P scap - Fanerofite arboree Antesi: giugno÷luglio Specie rusticissima e molto adattabile a qualsiasi tipo di terreno. Colonizza aree naturali e antropizzate più o meno disturbate, spesso a scapito delle specie autoctone per effetto allelopatico.
COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE Asiatica - Pianta del continente asiatico.
L'areale di orgine della pianta è l'Asia orientale (Cina temperata).
Distribuzione in Italia: Presente ormai in tutte le regioni. Neofita ora invasiva, è giunta in Italia verso il 1760 all’Orto Botanico di Padova. Dopo l’introduzione, la pianta rimase per un certo tempo confinata ai giardini di appassionati che se ne scambiavano i semi. Fu la seconda metà dell’Ottocento a decretarne l’invasione, poiché, a causa della moria del comune baco da seta (Bombyx mori), venne sostituita al gelso e diffusa in tutti i territori delle filande per l’allevamento di Philosamia cynthia, baco da seta più resistente alle malattie. La sperimentazione si rivelò presto un insuccesso economico e non ebbe seguito, ma bastò per innescare una delle più potenti invasioni vegetali dell’occidente. L’ailanto, infatti, in ambito temperato, è forse l’aliena arborea più competitiva e aggressiva, capace oltretutto di alterare allelopaticamente il suolo, impedendo alle legnose autoctone di recuperare i legittimi spazi. La sua forza sta nel vigore vegetativo ed espansivo, nell’incredibile velocità di allungamento radicale con relativa pollonazione e nell’elevatissima efficienza disseminativa, sostenuta dai movimenti d’aria.
DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA Terreni incolti o disturbati, scarpate, argini, bordi delle ferrovie, delle strade e dei torrenti, ruderi, infraspazi urbani, muri, cortili, edifici abbandonati.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI Valutazione IUCN regionale: Non applicabile (aliena)
IMPATTI SU BIODIVERSITÀ, SALUTE ED ECONOMIA La specie produce un elvato impatto sulla biodiversità, sul paesaggio e sui manufatti antropici (mura, aree archeologiche, maciapiedi ecc.). Il danno bioecologico è di gran lunga superiore a quello della robinia, perché comporta una pesante alterazione del chimismo del suolo e dei rapporti di competizione nelle cenosi legnose, con vistosa caduta di biodiversità e omologazione del paesaggio.
AZIONI DI CONTENIMENTO Taglio, eradicazione, eliminazione delle radici isolate e correnti con relativi turioni e gemme; monitoraggio continuato e prolungato, con interventi ripetuti ad ogni manifestazione pur minimale della pianta. L’uso di erbicidi è di scarso aiuto.
SEGNALAZIONI NELL'OASI |
DATA |
STAZIONE |
RILEVATORE |
NOTE |
14/05/2017
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Rio Conco
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Andrea Serra (Ecosistema)
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20/10/2013
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Lungo Reno
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Andrea Serra (Ecosistema)
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