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Artemisia verlotiorum Lamotte
Artemisia dei fratelli Verlot

SISTEMATICA E TASSONOMIA
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida (Asteridae)
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Sinonimi: Artemisia verlotorum Lamotte
Può essere confusa con il falso assenzio (Artemisia vulgaris L.), specie autoctona propria delle comunità di erbe perenni in ambiente secondario, che si distingue per l’assenza quasi totale di aroma, per non possedere rizomi o stoloni evidenti (pianta cespitosa) e per le foglie superiori con segmenti di 1° ordine dentati o pennatosetti, visibilmente bianco-tomentosi o cenerino-tomentosi sulla faccia abassiale.
In Italia si può confondera anche con l’abrotano (A. abrotanum L.), neofita di area mediterranea dal caratteristico odore di limone, con fusti legnosi ramosissimi (frutice), glabri, foglie completamente divise in lacinie filiformi e capolini subsferici (2-5 mm), con ricettacolo glabro. Quest'ultima pianta era coltivata nei secoli passati (orti dei semplici) per le proprietà medicinali e aromatiche e ora si ritrova in ambiente naturale in forma di relitto casuale e precario nei pressi di orti, coltivi e in aree ruderali.

CARATTERISTICHE
Pianta erbacea perenne, aromatica, avente radice strisciante, rizomatosa o con stoloni orizzontali (lunga ca. 1 m); alta 40 - (150)200 cm.
Fusto eretto, molto ramificato e striato di rosso.
Foglie 1 - 2 pennatosette, verde intenso e glabrescenti nella pagina superiore, tomentose e ghiandolose in quella inferiore; quelle superiori si presentano divise in lacinie lanceolate, allungate ed intere ± uguali fra loro e con margine intero, di 5-10(-13) x 3-8 cm; le inferiori con corto picciolo, semiabbraccianti con 3 - 5 coppie di lacinie lanceolate o lanceolato-lineari.
Infiorescenza formata da pannocchie piramidali, dense di capolini, detti calatidi (simulano un unico fiore), tomentosi, disposti tendenzialmente unilateralmente, a gruppi di 1 - 2-3, ± sferici o ovoidi, subsessili Ø ± di 3 mm, con ramificazioni e presenza di foglioline ascellari.
I fiori sono tubulosi con corolla lunga e filamentosa per 2 - 3 mm e di colore rossastro.
Involucro sparsamente peloso e con brattee di 2 ordini, entrambi ovali allungate, glabrescenti e con margine scarioso.
I frutti sono acheni oblungo-obovati senza pappo, di colore marrone, di 0,5 - 0,8 mm.
G rhiz - H scap
(IX) X-XI

COROLOGIA E DISTRIBUZIONE GENERALE
E-Asiat. (Cina). Fu introddotta accidentalmente a seguito alle guerre francesi in Cina di fine Ottocento. Segnalata per la prima volta a Grenoble e Clermont-Ferrand (Francia) nel 1873, da dove si è rapidamente diffusa in tutta Europa, Italia inclusa (Pampanini, 1923, 1925, 1933). In Italia raccolta per la prima volta in
Piemonte nel 1906 (Gola, 1910), ma forse già nel 1902 o anche nel 1896 in Veneto (Ugolini, 1923).

DISTRIBUZIONE E HABITAT IN EMILIA-ROMAGNA
Specie alloctona e invasiva. Molto diffusa, in particolare in pianura, lungo i fiumi, negli ambienti urbani e coltivati
In pieno sole in terreni azotati e umidi disturbati dall'attività antropica, (strade rurali, scarpate, aree industriali abbandonate, boschi ripariali, alveo di fiumi e torrenti ecc.).

STATO DI CONSERVAZIONE DELLE POPOLAZIONI REGIONALI
Valutazione IUCN regionale: Non applicabile (aliena)
Valore conservazionistico delle popolazioni regionali: Nessuno -Specie alloctona invasiva
Alloctona invasiva

IMPATTI SU BIODIVERSITÀ, SALUTE ED ECONOMIA
Forte competitore allelopatico, caratterizzato da esuberanza espansiva (rapido allungamento e frazionamento dei rizomi), capace in breve tempo di stabilizzare popolamenti monofitici densi ed estesi, che impediscono o limitano fortemente la crescita delle altre specie erbacee. Tale aggressività, massimale sui suoli ricchi a umidità variabile, da leggeri a pesanti, da subacidi a subalcalini, è favorita da episodi ricorrenti di disturbo, fra cui incendi, scassi e movimenti terra in generale. È perciò dannosa per le superfici agricole e i seminativi, oltre, ovviamente, ad abbattere la biodiversità delle comunità vegetali visitate; è pure decisamente deleteria sul paesaggio, che banalizza fortemente monotonizzandolo. Infine, anche il polline è causa di guai, rientrando tra i più comuni fattori allergenici dell’aria di fine stagione.

AZIONI DI CONTENIMENTO
La lotta contro questa aliena è molto difficile, perché eliminarne i rizomi è non soltanto un’impresa improponibile in termini di costi, ma anche il risultato non darebbe garanzie; inoltre l’uso degli erbicidi in questo caso va bandito in considerazione dell’estensione dei popolamenti e del fatto che questi sono per lo più compenetrati con le superfici agricole, urbane e boscate. Si può ipotizzare che tagli ripetuti prima della fioritura possano far progressivamente perdere vigore ai rizomi e portare lentamente la pianta a esaurimento, ma non esiste esperienza consolidata al riguardo.

SEGNALAZIONI NELL'OASI
DATA STAZIONE RILEVATORE NOTE
09/04/2017 Prato incolto davanti a Casa Natura (dal bombolone) Sirotti Maurizio Visita guidata flora spontanea

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