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ROVO COMUNE
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Rubus ulmifolius Schott
Famiglia: Rosaceae
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PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
FOGLIE
FIORI
FRUTTI E SEMI
POSSIBILI CONFUSIONI
DISTRIBUZIONE
HABITAT
UTILIZZI E ALTRE INFORMAZIONI
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PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
 Il Rovo comune è arbusto cespuglioso sempreverde alto fino a 1,5-2 metri, dotato di una grossa radice legnosa pollonifera da cui si dipartono lunghi rami turionali, striscianti, rampicanti e anche ricadenti sino a toccare terra, con gemma apicale radicante. Questi rami sono di colore violaceo o arrossato e pruinoso, con diametro di 6-10 mm, di forma pentagonale-scanalata, muniti alla base di robusti aculei (più o meno adunchi) e con peli stellati (semplici o fascicolati).
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FOGLIE
 Le foglie sono alterne, palmate e picciolate con 5 foglioline (talvolta 3) di colore verde cupo, glabre nella faccia superiore mentre quella inferiore è bianca e tomentosa per la presenza di densa peluria. La fogliolina terminale è obovata a base arrotondata, presenta con nervatura evidente e un mucrone di 10-15 mm; la lamina è irregolarmente dentata. Gli altri segmenti sono palmato-ellittici, con lembo dentato. Il picciolo si presenta piano, glabro e provvisto di 6-10 aculei falciformi. La stipole fogliari sono lineari e lunghe circa 1 mm.
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FIORI
 L’infiorescenza del Rovo comune forma una pannocchia terminale piramidata senza brattee, costituita da fiori riuniti in gruppi apicali con picciolo (con presenza di aculei) abbondantemente tomentosi. Il calice dei fiori è formato da 5 sepali ovali e lungamente acuminati, bianco-tomentosi, glanduliferi e riflessi verso il basso alla fruttificazione.
La corolla è formata da 5 petali rosa o raramente bianchi, più lunghi del calice, di forma ovale o sub-orbicolare (9-13 mm). Le antere sono più o meno pelose e sono portate su numerosi stami colorati di bianco o rosa, come gli stili.
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FRUTTI E SEMI
 Il frutto multiplo (mora) è un drupeto (polidrupa), nero a maturazione, lucido, dal diametro di circa 1 cm. I semi sono obovoidi, compressi, con sutura longitudinale, apice troncato, base ristretta, arrotondata, di 2,5-3 x 1,8-2,2, superficie reticolato-alveolata, opaca, brunastra.
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POSSIBILI CONFUSIONI
Prima della fruttificazione può essere confuso soprattutto con il Rovo bluastro (Rubus caesius L.) che presenta però fusti cilindrici, glauchi e pruinosi, foglie ricoperte da pruina biancastra e con 3 segmenti, stipole fogliari lanceolate e non strettamente lineari, frutti bluastri coperti di cerosità biancastra. In realtà il genere
Rubus L. è estremamente complesso anche per i botanici: sono poche le specie che si riconoscono con facilità, mentre la maggior parte presenta caratteri simili, spesso molto variabili e per di più con numerose forme intermedie dovute alla facilità di ibridazione.
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DISTRIBUZIONE
Il suo areale comprende quasi tutta l'Europa, il Nordafrica e il sud dell'Asia. È stata introdotta anche in America e Oceania. In Italia è comune in tutte le regioni.
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HABITAT
Il Rovo comune è specie indicatrice di suoli profondi, leggermente umidi e si sviluppa anche in terreni incolti, lungo sentieri e fasce ripariali, su macerie. Essendo pianta eliofila, tollera poco l'ombra degli alberi e nei boschi si osserva solo nelle più zone aperte e di margine, come il mantello forestale o nelle radure. Vegeta da 0 a 1400 m di altitudine.
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UTILIZZI E ALTRE INFORMAZIONI
I caratteristici rami spinosi, ricadenti sino a terra e dotati della capacità di radicare dalle loro estremità, consentono ai rovi di creare siepi e bordure formidabilmente intricate:
- che svolgono un ruolo preparatorio per il ritorno della vegetazione forestale,
- che fungono da rifugio per mammiferi e uccelli durante la sosta e la riproduzione,
- che venivano utilizzate dall’uomo anche come barriere confinali impenetrabili. In condizioni di cattiva gestione dei nuovi impianti forestali, la specie può soffocare lo sviluppo di giovani piante, spesso assieme alla lianosa
Vitalba (Clematis vitalba L.). Le more di rovo sono un cibo ghiotto per tassi, volpi, piccoli roditori e uccelli, mentre i teneri germogli sono mangiati durante l’inverno dalle lepri. I gambi teneri, pelati e crudi o in infusione, vengono utilizzati con antidiarroici e in caso di coliche intestinali. I risciacqui con brodo di rovo sono stati usati anche per curare ulcere alla bocca, irritazioni alla gola o gonfiore delle labbra. I germogli primaverili hanno spine morbidissime e innocue e vengono colti sia per lessarli e consumarli con olio, sale e limone sia per produrre un'acqua profumata e depurativa. I nuovi fusti, tagliati a gennaio e privati di foglie e spine, venivano un tempo utilizzati per fare cesti molto resistenti. Anche Virgilio citava questo uso nel Libro Primo delle Georgiche: “È tempo di intessere canestri leggeri con virgulti di rovo“. Le more di rovo sono consumate fresche o sotto forma di marmellata o gelatina. Il frutto può considerarsi tra quelli
con più proprietà nutrizionali perché contiene proteine, lipidi, glucidi, calcio, ferro, vitamina A e C. I semi contengono acido alfa-linolenico (Omega-3) e acido linoleico (Omega-6).
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